Il 23 maggio, eh? Il giorno in cui ti svegli, guardi il calendario e pensi: Che bella giornata per essere fatti saltare in aria. Falcone lo sapeva. E non perché fosse un profeta, ma perché aveva capito che, in un paese dove tutti parlano di legalità mentre parcheggiano in seconda fila sulla strisce, la giustizia non si fa rispettare, si fa esplodere.
E sai qual è la parte migliore? Dopo che l’hanno fatto fuori, tutti a intitolargli le strade, le scuole, le rotatorie. Prima lo ignoravano, adesso non riesci a fare cento metri senza incrociare un Istituto Comprensivo Giovanni Falcone. È il nostro modo di dire: Scusa se ti abbiamo lasciato solo, ma guarda che bella targa in ottone!
Nel frattempo, in giro ci sono ancora quelli che dicono che "tanto la mafia non esiste più". Ah sì? Allora perché ogni volta che qualcuno prova a fare pulizia, finisce con una scorta o dentro una bara? La mafia non è sparita, si è solo messa il vestito buono. Fa bonifici invece che lupare, ma sempre mafia è. Solo che adesso ti offre il caffè e ti manda la fattura.
E poi oggi è anche la Giornata della Legalità. Una di quelle giornate dove tutti condividono foto di Falcone e Borsellino con frasi motivazionali prese da pagine Facebook fatte da gente che non sa manco chi sia stato Rocco Chinnici. Gente che crede che il maxiprocesso sia un’offerta del supermercato. Ma dai.
Il 23 maggio del ‘92 stavano asfaltando l’autostrada con un cratere. Oggi ci asfaltano il cervello con retorica. Falcone vive! Certo. Vive nella coscienza collettiva, sì... tipo uno di quei file che tieni sul desktop e non apri mai. C’è, ma lo ignori. Falcone vive... sì, nella memoria dei talk show e nei tweet col tricolore.
Nel frattempo, Savonarola è morto anche lui oggi. Impiccato e bruciato. Anche lui dava fastidio. Dava fastidio perché diceva le cose in faccia. E noi? Noi siamo un popolo che ama la verità, purché sia detta sottovoce, dietro a un bicchiere di vino e con la possibilità di negare tutto il giorno dopo.
Giovanni Falcone è morto il 23 maggio. L’Italia, un po’ prima. E il cervello collettivo? Boh. In ferie. Oggi fa caldo, meglio pensare al mare. Tanto la coscienza non va in costume.