
La 16ª Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità si è conclusa bruscamente a causa di disaccordi sulla creazione di un nuovo fondo globale per la natura. Nonostante alcuni progressi, come il Cali Fund, la mancanza di consenso sui finanziamenti ostacola gli sforzi per fermare la perdita di biodiversità entro il 2030. La conferenza riprenderà in data da definire.

Benvenuti al grande circo della biodiversità, dove le promesse sono abbondanti come le chiacchiere da bar e i risultati concreti sono scarsi come un uovo di fenice. La 16ª Conferenza sulla Biodiversità si è chiusa, non con un botto, ma con un misero piagnisteo. I grandi cervelli della nostra epoca, riuniti per decidere il destino della natura, hanno brillato per la loro inefficienza. Hanno fatto notte fonda a chiacchierare, eppure senza concludere un bel niente. La scena? Delegati che si affrettano a prendere il primo volo, mentre la ministra colombiana Susana Muhamad tira giù la saracinesca per mancanza di quorum. E pensare che l'obiettivo era niente meno che ribaltare il declino della natura. Ma chi vogliamo prendere in giro? Se pensate che il problema di fondo sia solo la mancanza di denaro, siete in ottima compagnia con l'1% che crede ancora a Babbo Natale.
Hanno parlato di un nuovo fondo, il 'Cali Fund', tanto per darsi un tono. Peccato che sia come l'ennesimo cugino povero alle cene di famiglia: tutti lo guardano con sufficienza, senza mai invitarlo davvero a sedersi al tavolo. Un fondo che dovrebbe ricevere briciole da chi vende prodotti basati su dati genetici. Ma non preoccupatevi, il meccanismo è 'volontario', così che nessuno si senta obbligato a essere generoso. Intanto, i paesi ricchi promettono due spicci, giusto per non far brutta figura, mentre i poveri aspettano con il cappello in mano. Una meravigliosa macchina da soldi che, secondo taluni, è già rotta prima di partire. Anche gli esperti di biodiversità sono rimasti impantanati nei loro discorsi, come se stessero cercando di risolvere un cubo di Rubik in mezzo a una tempesta di sabbia.
Ora, non voglio dire che tutto sia stato un disastro completo. Certo, qualche passo avanti c'è stato, ma 'piccoli passi per l'uomo' che, purtroppo, non sono 'grandi passi per l'umanità'. Hanno trovato un accordo sui profitti derivanti dalle risorse genetiche digitalizzate. Chissà, forse un giorno riusciranno anche a star dietro ai problemi reali. Per ora, vi basti sapere che i giganti della farmaceutica dovrebbero sganciare una percentuale ridicola dei loro profitti. Ma non trattenete il respiro: non ci si aspetta una pioggia di fondi a breve.
Sapevate che la biodiversità è come quella parola che infiliamo nei discorsi per sembrare intelligenti, ma di cui conosciamo a malapena il significato? La prossima volta che sentite qualcuno discuterne con fervore, chiedetegli quanto è disposto a pagare per salvarla. Spoiler: vi dirà che la buona volontà è più importante dei soldi. E voi, cercate di non ridere troppo forte.
Volete davvero aiutare la biodiversità? Iniziate a chiedervi se il vostro stile di vita è sostenibile. Riducete gli sprechi, piantate alberi, smettete di comprare stronzate che non vi servono. E quando vi parlano di fondi globali e conferenze pompose, ricordatevi che la vera differenza la fate voi, nel vostro piccolo. Evitate di farvi fregare dalle belle parole e dalle promesse vuote.