
Un recente studio ha evidenziato che il degrado del suolo si sta espandendo a un ritmo di un milione di chilometri quadrati all'anno, minacciando gli sforzi per stabilizzare il clima, proteggere la natura e garantire forniture alimentari sostenibili. Attualmente, l'area degradata supera i 15 milioni di chilometri quadrati, più grande dell'Antartide. Il rapporto sottolinea l'urgenza di correggere il corso per evitare che l'abuso del suolo comprometta la capacità della Terra di sostenere il benessere umano e ambientale. Questo studio mira a stimolare sforzi globali per una gestione sostenibile del suolo in vista di un vertice di 200 nazioni a Riyadh, Arabia Saudita, sotto la convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione.

Sapete, ogni tanto bisogna dire le cose come stanno: il terreno sotto i nostri piedi sta letteralmente andando a puttane. E non parlo di un piccolo giardino di casa, ma dell'intero pianeta Terra. La situazione è così rovinata che ogni anno perdiamo un'area grande quanto quella che copre una parte significativa del nostro mondo.
L'area degradata è già di 15 milioni di kmq, un'area più grande dell'Antartide. Roba che farebbe piangere anche il più cinico degli affaristi immobiliari. Sembra che siamo diventati dei veri artisti del degrado, e non nel senso bohemien, ma in quello di un disastro ecologico che rischia di farci ritrovare tutti con le pezze al culo.
La cosa davvero divertente - se vogliamo tirar fuori un po' di umor nero - è che mentre ci stiamo impegnando a parlare di sostenibilità, clima e la solita manfrina del proteggete la natura, continuiamo a usare la terra come se fosse un poggiapiedi usa e getta. I geni che ci governano, e qui lo dico con tutta la stima possibile, sembrano incapaci di mettere a fuoco l'idea che senza un pezzo di terra su cui vivere, tutta questa bella retorica non serve a un cazzo. Ma non fermiamoci solo ai politici, perché a quanto pare anche noi, nel nostro piccolo, amiamo contribuire al disastro con pratiche agricole che nemmeno il diavolo in persona avrebbe concepito.
Ma, tranquilli, basta un bel summit e risolviamo tutto, no? Riuniamoci, parliamone e poi torniamo a fare esattamente quello che facevamo prima. Un’altra bella farsa diplomatica per salvarsi la faccia mentre il pianeta ci va a rotoli.
Non è buffo come siamo tutti così preoccupati per il clima e la biodiversità, ma poi ci dimentichiamo del suolo, il povero sottofondo del trio ambientale? È come fare una dieta per il cuore e scordarsi che anche il fegato merita un po' di attenzione.
Ma chi se ne frega, finché il cibo è sugli scaffali, chi si preoccupa di come ci arriva? Che importa se le pratiche agricole distruggono foreste e impoveriscono la terra? Basta che il supermercato sia pieno e il nostro frigo non pianga.
Sapete che fino a poco tempo fa la terra era in grado di assorbire circa un terzo dell'inquinamento di CO₂ che produciamo? Roba da eroe ecologico, no? Peccato solo che negli ultimi dieci anni ci siamo impegnati a ridurre questa capacità del 20%, grazie a deforestazione e cambiamenti climatici. Una specie di autodistruzione programmata che nemmeno nei film di fantascienza di serie B.
Se proprio avete voglia di fare qualcosa di utile, iniziate a trattare il suolo come il bene prezioso che è, invece di tenerlo come il solito tappeto su cui nascondere la polvere. Rivedere le pratiche agricole, piantare alberi, smettere di buttare veleno nel terreno: non sono cose da scienziati pazzi, è buon senso. Ma poi, chi ha voglia di usare il cervello quando è più facile chiudere gli occhi e parcheggiare il culo sul divano?