Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato: il pianeta ha superato di 1,6°C la media dei livelli preindustriali

10 gen 25, 11:26
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Nel 2024, il pianeta ha superato per la prima volta il limite di riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, secondo i dati del Copernicus Climate Change Service dell'UE. La temperatura media globale è stata di 1,6°C superiore, evidenziando un aumento di 0,1°C rispetto al 2023, anch’esso anno record. Questo riscaldamento, causato principalmente dall’uso di combustibili fossili, ha intensificato eventi meteorologici estremi, causando gravi disagi a milioni di persone. Nonostante il superamento del limite per un anno non significhi il fallimento dell'accordo di Parigi, la situazione sottolinea l'urgenza di ridurre le emissioni. L’obiettivo di mantenere il riscaldamento entro 1,5°C appare sempre più lontano senza azioni concrete.

Sbotta.com

[Drammatizzazione ispirata alla notizia]

Sai cosa vuol dire essere un orso bianco oggi? Vuol dire essere un monumento al fallimento umano, una statua vivente eretta in memoria della vostra stupidità. Sono qui, seduto su un pezzo di ghiaccio che si scioglie sotto al culo, un’isola galleggiante grande quanto un tavolino IKEA. Ogni giorno un po’ meno. Ogni giorno un po’ più vicino all’abisso. E no, non ho voglia di ringraziarvi per il panorama.

Ma gli orsi bianchi sono forti, sopravvivono! Certo, come no. Sapete cosa mangio adesso? Il ricordo delle foche. Ogni tanto una lattina arrugginita con ancora il logo del tonno. Perché sì, anche qui arrivano i vostri rifiuti. Complimenti, avete globalizzato la monnezza.

La temperatura è sopra 1,5 gradi. Solo 1,5! direte voi. Sapete cosa vuol dire per me? È come se qualcuno mi avesse dato fuoco al pavimento mentre sono ancora sopra. E non è neanche un falò romantico, è un incendio che puzza di petrolio.

Ho sentito che l’anno scorso è stato il più caldo mai registrato. Sapete come l’ho scoperto? Il mio ghiaccio ha cominciato a sciogliersi a febbraio. FEBBRAIO. Non so nemmeno più cosa sia l’inverno. Per voi significa tirare fuori i piumini. Per me significava vivere. Ora, l’unica cosa che mi tiene caldo è l’incazzatura.

E vogliamo parlare delle vostre soluzioni? Transizione ecologica, la chiamate. Bella parola, sa di brochure aziendale. La realtà? Continuate a succhiare petrolio come un neonato attaccato a un biberon pieno di veleno. Ma ehi, il biberon è riciclabile, giusto? Bravo, premio al genio.

Avete mai provato a guardare un orso negli occhi? Non lo farete mai più, perché tra un po’ non ci saremo. Vi resteranno i documentari. Guarda com’era carino l’orso bianco! direte ai vostri figli, mentre loro si abbronzano sotto il sole di gennaio.

E sapete cosa mi fa più incazzare? Non è neanche il ghiaccio che scompare, o il cibo che manca. È il fatto che tutto questo non era inevitabile. Avete avuto decenni per fare qualcosa, ma vi siete detti: C’è tempo! Come se il tempo fosse una carta di credito da usare senza limiti. Ora il conto è arrivato, e indovinate? Non avete abbastanza soldi.

Vi preoccupate per le vostre alluvioni, i vostri uragani, le vostre città che bruciano? Benvenuti nel mio mondo. Solo che voi avete una scelta: io no. Io non posso scappare in un’altra città o comprare un condizionatore. Io muoio qui, su questo cazzo di pezzo di ghiaccio che chiamavate Artico.

Quindi godetevela, la vostra civiltà del progresso. Godetevi le vostre auto elettriche e le vostre promesse vuote. Ma ricordatevi di noi, gli orsi bianchi, quelli che avete lasciato morire per la vostra pigrizia. Perché quando anche voi sarete sull’orlo dell’abisso, con l’acqua alla gola, non ci sarà nessuno a tendervi la zampa.

E poi c’è una cosa che proprio non mi va giù: la vostra ipocrisia. Oh sì, l’ipocrisia è diventata la vostra valuta principale. Fate grandi conferenze, summit sul clima con buffet a cinque stelle e jet privati parcheggiati fuori. Siete lì a discutere su come salvare il pianeta, ma nel frattempo ordinate sushi con tonno rosso estinto. È quasi comico, se non fosse tragico.

E le promesse? Le chiamate obiettivi climatici. Ridurremo le emissioni del 45% entro il 2030! Certo, come no. È come dire a un condannato a morte: Non ti preoccupare, tra sei anni ci penseremo. Nel frattempo, continuate a scavare carbone, trivellare petrolio e tagliare foreste. È un po’ come cercare di spegnere un incendio con una tanica di benzina. Geniale.

Sapete qual è il problema di fondo? Non ve ne frega un cazzo. Voi non volete cambiare perché il cambiamento è scomodo. Vi piace il comfort. L’aria condizionata, la carne a basso costo, le vacanze in posti esotici che tra poco saranno sotto due metri d’acqua. Pensate che tutto questo vi sia dovuto. Ma indovinate? La natura non accetta scuse. Non c’è un call center per chiedere una proroga.

E voi lì, a parlare di energia pulita. Lo sapete che pulita non vuol dire magica, vero? Solare ed eolico sono fantastici, ma da soli non bastano a riparare il casino che avete fatto. Serve qualcosa di più grande, qualcosa che non siete pronti a fare: rinunciare. Sì, rinunciare al superfluo. Ma voi, rinunciare? Impossibile. Piuttosto vi fate un selfie mentre affogate.

Intanto io sono qui, un orso bianco ridotto a spettatore di un disastro annunciato. Non mi resta molto tempo, lo so. Ma non provate a farmi compassione. Non piangete per me, perché le vostre lacrime sono come la pioggia acida: inutili e dannose. Piangete per voi stessi, per i vostri figli, perché sono loro che dovranno affrontare il disastro che avete creato.

E quando l’ultimo pezzo di ghiaccio si scioglierà, quando il mare inghiottirà tutto ciò che sono stato, non cercate di scusarvi. Non mettete una mia foto su Instagram con la didascalia Rip orsi polari. Non ho bisogno della vostra pietà postuma. Sapete cosa mi serve? La vostra azione. Ma è tardi, vero? Tanto vale lasciarvi alla vostra estinzione annunciata. Non siete altro che degli orsi bianchi spelacchiati su un blocco di ghiaccio troppo piccolo per sostenervi. La differenza è che io almeno ne sono consapevole.

10 gen 25, 11:26