Il futuro di New York minacciato dall’innalzamento del mare secondo nuove ricerche geologiche

23 apr 25, 13:17
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Nuove ricerche suggeriscono che le proiezioni attuali sull’innalzamento del livello del mare potrebbero essere sottostimate, soprattutto per città costiere come New York. Analizzando dati geologici risalenti all’Ultimo Interglaciale, circa 120.000 anni fa, gli scienziati hanno scoperto che la calotta glaciale Laurentide in Nord America durò più a lungo del previsto, mascherando la reale portata della fusione antartica. Questo fenomeno ha causato variazioni locali del livello del mare più accentuate di quanto si pensasse. Se la calotta antartica dovesse sciogliersi rapidamente anche oggi, New York potrebbe affrontare un innalzamento del mare fino a tre metri entro il 2100, con gravi conseguenze per le aree più basse della città.

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Se siete tra quelli che pensano che New York sia immortale, preparatevi a rimanere delusi: la città che non dorme mai rischia di svegliarsi con l’acqua alla gola, letteralmente. E non è neppure la trama di un film catastrofico con Bruce Willis che salva tutti all’ultimo secondo. No, qui stiamo parlando di fisica, geologia, climatologia… tutte quelle scienze che nessuno ascolta finché non è costretto a comprare gli stivali di gomma anche per andare all’aperitivo.

Guardate che la situazione non è roba da ricchi ambientalisti annoiati. Questi qui, i geologi, mica stanno giocando con il pongo: hanno trovato prove che il livello del mare può tirare su le braghe di New York fino al mento. E non parlo di fra 500 anni, ma di roba che potrebbe succedere già nel secolo in corso. Anzi, secondo alcuni calcoli nemmeno troppo pessimisti, la città potrebbe già superare i tre metri di acqua in più entro il 2100. Avete presente il 2100? No? Pensateci come la pensione a cui non arriverete mai, ma che comunque vi fa paura.

Il vostro sogno di correre in bici a Central Park? Tra poco lo potrete fare solo con la pinna e la maschera.

Tutta questa storia dello scioglimento dei ghiacci non è un’invenzione delle solite Cassandre. Anzi, i nuovi dati suggeriscono che le previsioni fatte finora erano pure troppo ottimiste. Bello, vero? Pensavate che la scienza facesse terrorismo psicologico e invece, sorpresa, era solo troppo gentile. Le calotte polari, soprattutto quella dell’Antartide Occidentale, stanno per mollare il colpo più in fretta di quanto qualcuno abbia il coraggio di dire in TV.

E non fatevi fregare dalla favoletta del mare che sale uguale dappertutto. Eh sì, sarebbe comodo. Ma la realtà - scusate il termine - fa schifo: il mare si alza di più dove ti fa più male, meno dove non serve a nessuno. New York rischia di beccarsi una bella porzione extra, perché tra gravità, spostamenti di masse terrestri e altre robe noiose che nessuno ricorda dal liceo, l’acqua non è democratica. Cioè, se vi siete illusi che l’acqua segua le linee della metro, scordatevelo.

Ellis Island? A breve la useremo come stazione di passaggio per pesci migratori. Red Hook? Diventa Red Lagoon, con buona pace delle case trendy.

E ancora, pensavate che la storia fosse chiara, i ghiacciai si sciolgono, l’acqua sale, fine. Eh no, cari miei: ci sono pure gli strati del pianeta che si sgonfiano e si rigonfiano come materassi sfigati. Quando il ghiaccio schiaccia la terra, questa si abbassa. Quando il ghiaccio sparisce, la terra si rialza, ma non è che avvisa: lo fa a caso, creando un bel casino per calcolare quanto, dove e quando il mare deciderà di entrare in salotto.

E come si fa a prevedere tutto ciò? Bella domanda. I dati storici affidabili sono pochi, le ricostruzioni geologiche sono un puzzle con pezzi mancanti, la realtà è che stiamo provando a indovinare il futuro guardando per terra e sperando di non pestare la merda. I modelli si aggiornano ogni sei mesi, spesso al ribasso per l’ottimismo di qualche burocrate. La verità è che nessuno sa con certezza quanto e quando, ma che il disastro si avvicina, questo sì.

Ma tranquilli, quelli che fanno finta di niente hanno già prenotato l’attico sulle colline. Noi invece, avanti pure a costruire grattacieli nei quartieri che saranno riscoperti solo dai palombari.

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Lo sapete che il livello del mare in passato è salito anche di 10 metri in poche migliaia di anni? Dieci metri. Altro che sottopassi allagati: qui sparisce mezza città e per andare a prendere il pane dovete prenotare un pedalò. E che il mare può crescere di più in una zona rispetto a un’altra, per colpa di come si muovono le masse d’acqua attratte da enormi blocchi di ghiaccio? Quindi, quando sentite “innalzamento globale del mare”, non pensate a una piscina a sfioro: pensate a una secchiata in faccia, ma solo dove dà più fastidio.

Volete davvero fare qualcosa? Iniziate a rompere le palle davvero a chi governa, smettete di comprare case a due passi dal mare sperando che il valore salga, e soprattutto, smettetela di credere che basti mettere due piante sul balcone per salvare il clima. Fatevi furbi: chiedete piani seri di adattamento, guardate dove stanno le colline, e se proprio non sapete come investire i soldi, lasciate perdere i grattacieli di vetro vicino all’acqua. Tra cinquant’anni, saranno acquari.

23 apr 25, 13:17