
Un nuovo metodo per combattere il cambiamento climatico è stato sviluppato dai ricercatori di Dartmouth, sfruttando l'alimentazione degli zooplancton. Introducendo particelle di argilla nella dieta di questi organismi microscopici, si accelera il meccanismo naturale di sequestro del carbonio negli oceani. L'argilla spruzzata sulla superficie marina si lega al carbonio organico, formando piccole sfere appiccicose che vengono ingerite dai voraci zooplancton. Una volta digerite, queste sfere vengono espulse come feci ricche di carbonio, che affondano nelle profondità oceaniche per un potenziale stoccaggio a lungo termine. I risultati, pubblicati su Nature Scientific Reports, mostrano che questo approccio potrebbe migliorare significativamente l'efficienza della pompa biologica dell'oceano.

Oh, ragazzi, ecco la geniale trovata del secolo: combattere il cambiamento climatico facendo mangiare merda agli zooplancton! Dai, seriamente, non so se ridere o piangere. Qua si parla di spruzzare polvere d'argilla sopra l'oceano, così, come se fosse zucchero a velo su una torta di compleanno. Poi, questa roba si attacca al carbonio, che diventa cibo per i zooplancton, e voilà: questi piccoli bastardi mangiando e cagando ci salvano dal disastro climatico. Ma chi l’ha inventata questa roba? Un comitato di pesci pagliaccio?
Immaginatevi la scena: miliardi di zooplancton che si fanno una bella scorpacciata di carbonio e argilla come se fosse il buffet di un matrimonio. E poi? Poi la soluzione sta nel fatto che queste minuscole creature fanno i loro bisognini a centinaia di metri sotto l'oceano, portando il carbonio con loro. E no, non è uno scherzo. Qualcuno ha davvero pensato che sarebbe stato un buon piano. Come se il problema fosse così semplice da risolvere: basta un po' di argilla e un esercito di sfornacacca microscopici.
Avete mai pensato a come sarebbe vivere in un mondo dove le nostre speranze sono letteralmente appese al filo dei bisogni intestinali di minuscole creature marine? Forse dovremmo iniziare a preparare monumenti ai zooplancton per il loro eroico sacrificio, o magari delle medaglie al valore. Oppure, meglio ancora, una statua d’argilla in loro onore, tanto per rimanere in tema.
Prima di correre a teatro a vedere il dramma della crisi climatica, perché non proviamo a spegnere le luci quando usciamo da una stanza o a evitare di usare l'auto anche solo per andare a comprare il latte a due passi da casa? Potremmo anche pensarci due volte prima di spruzzare altro veleno chimico nel nostro ambiente, invece di sperare che delle creature che nemmeno riusciamo a vedere ci salvino il culo. Ma dai, chi vogliamo prendere in giro? Meglio continuare a affidarsi ai supereroi microscopici e alle soluzioni miracolose. Chissà che possa funzionare!