
Le borse asiatiche hanno seguito Wall Street al ribasso, con il Nikkei 225 giapponese che ha perso l'1,1%, influenzato dall'aumento dell'inflazione all'ingrosso. Anche il Kospi sudcoreano e l'Hang Seng di Hong Kong hanno registrato cali. Il mercato azionario statunitense ha visto una flessione, con il Dow Jones in calo dello 0,9% e il Nasdaq dello 0,1%.

Il 'Trump trade', una trovata geniale quanto un gelataio che vende ghiaccioli in Antartide. Pensavate davvero che bastasse un ciuffo impomatato e un po' di retorica per far volare i mercati all'infinito? Ma certo, e magari la prossima volta ci affidiamo a un astrologo per i nostri investimenti. Adesso ci ritroviamo con i mercati asiatici e americani che crollano come un castello di carte sotto una folata di vento. Bene, benvenuti nel mondo reale.
Sta succedendo qualcosa di speciale, eh? Il Nikkei giapponese scende dell'1,1% e la Corea del Sud con il suo Kospi perde l'1,5%. E Samsung? Giù del 2,1%, segno che non bastano più solo telefoni pieghevoli per tirare avanti la baracca. Hong Kong e Australia non se la passano meglio. E voi magari dite: 'Ma la Cina è in positivo!' Ah sì, un brillio del 0,2%. Roba che neanche un caffè forte ti tira su la giornata così.
Negli Stati Uniti, la festa è finita. L'S&P 500 cala dello 0,3%, il Dow Jones dello 0,9% e il Nasdaq dello 0,1%. Ma il vero colpo di genio è il Russell 2000 che si affloscia dell'1,8%. Trump, con le sue promesse di tassi più bassi, ha soffiato su una bolla che si sgonfia come un materassino bucato. Persino Elon Musk e la sua Tesla sentono il vento gelido con un bel -6,1%. La realtà è che la magia non dura per sempre.
La situazione dei titoli di stato americani peggiora: il loro valore scende mentre i rendimenti salgono, e non perché sia Natale. La Federal Reserve, con il suo balletto sui tassi di interesse, sembra giocare a mosca cieca con l'economia. E intanto, il nostro eroe biondo gioca al piccolo chimico con le tariffe e il debito pubblico, ignorando che il risultato potrebbe essere un cocktail esplosivo.
Vi siete mai chiesti perché i mercati reagiscono così violentemente a ogni parola che esce dalla bocca di un politico? È come se un esercito di investitori avesse una crisi di panico ogni volta che qualcuno tira fuori una nuova statistica o una promessa elettorale. Qualcuno dovrebbe spiegare loro che la realtà è un filo più complessa di un tweet.
Se pensate di giocare in borsa come se fosse una partita a poker, sappiate che il bluff non funziona sempre. Magari provate a leggere qualche libro di economia, potrebbe tornarvi utile quando i vostri investimenti inizieranno a somigliare un po' troppo a un gratta e vinci perdente. Ah, e ricordate: chi dorme non piglia pesci, ma chi segue ciecamente i mercati finisce per annegare tra i pesci.