
Francia, Germania e Svezia hanno sollecitato la nuova Commissione Europea a garantire il futuro della produzione di batterie in Europa, evitando una dipendenza dalla Cina per la transizione verde. In un documento presentato prima di un incontro dei ministri dell'UE sulla competitività, i tre paesi hanno evidenziato le sfide comuni delle aziende europee nel settore. Hanno chiesto di ridurre la burocrazia, accelerare i processi di approvazione e migliorare i finanziamenti per le nuove imprese. La Svezia, in particolare, è preoccupata dopo che Northvolt ha chiesto la protezione del Chapter 11 negli Stati Uniti. La Commissione Europea intende presentare un piano nei primi 100 giorni del suo mandato per rafforzare la competitività economica e rispettare gli obiettivi climatici.

Ecco che ci risiamo: i politici europei si svegliano una mattina e scoprono che forse, e dico forse, dipendere dalla Cina per la produzione di batterie non è il massimo della furbizia. Un genio ha avuto un'epifania! Stiamo parlando di quelli che hanno fatto finta di niente mentre il drago asiatico ci soffiava in faccia con i suoi polmoni carichi di ioni di litio. Ma ora, miracolosamente, Francia, Germania e Svezia si svegliano dal torpore e decidono che dobbiamo volare alto nel settore delle batterie.
Parliamoci chiaro, l'industria delle batterie è come il ragazzo popolare del liceo: tutti vogliono qualcosa da lui, ma nessuno è disposto a fare il lavoro sporco. Il vero green non è il colore della transizione ecologica, ma il colore dei soldi che tutti vogliono tirare fuori per non sembrare stupidi. Tagliamo la burocrazia, velocizziamo i processi di approvazione, dicono. Sì, come no. Questo è come dire al vostro amico fannullone di alzarsi dal divano. Caro ministro svedese, forse dovresti chiederti perché Northvolt è in bancarotta prima di invocare l'intervento divino di Bruxelles.
I nostri amati leader ora vogliono imparare dalla dipendenza dal gas russo. Ah, che memoria corta. Ma non preoccupatevi, abbiamo in mente fonti alternative. Certo, perché trovare alternative a un monopolio cinese è facile come trovare un taxi a Capodanno. L'Australia, il Canada e pure l'Europa stessa! Ah, certo, come se l'estrazione del litio in fondo al mare del Nord fosse questione di stendere una tovaglia e fare un picnic.
Pare che la Svezia, la Francia e la Germania abbiano scoperto che le batterie non crescono sugli alberi. Proprio così, non basta piantare un alberello e aspettare che le batterie cadano a grappoli. Ogni tanto bisogna rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani, ma sappiamo tutti che ai governi piace più fare discorsi che scavare il terreno.
Per chi volesse entrare nel magico mondo della produzione di batterie europee, consiglio di prepararsi con pazienza infinita. Munitevi di un buon cuscino per le lunghe attese burocratiche e di una sana dose di ironia per sopravvivere al balletto delle dichiarazioni politiche. E se proprio volete un consiglio spassionato, investite in caffè: ne avrete bisogno a litri nelle lunghe notti passate a cercare di capire se l'Europa si sveglierà davvero o se resteremo eternamente nel regno dei sogni verdi.