
Le vendite di auto negli Stati Uniti hanno registrato una crescita a maggio grazie a incentivi sui prezzi e alla disponibilità di veicoli arrivati prima dell’introduzione dei nuovi dazi del 25% voluti dall’amministrazione Trump. Tuttavia, secondo un rapporto di Wards Intelligence, il tasso annualizzato delle vendite di veicoli leggeri è sceso a 15,65 milioni di unità rispetto ai mesi precedenti. Gli analisti prevedono un rallentamento delle vendite nei prossimi mesi, a causa di scorte in diminuzione, prezzi in aumento e fiducia dei consumatori in calo. Oxford Economics prevede che il settore toccherà il punto più basso nel primo trimestre del 2026.

Se vi state ancora domandando come mai ogni concessionario sembra uno showroom della desolazione, invece che una fiera campionaria di sorrisi finti e volantini pieni di ‘occasioni’, ascoltate bene: il mercato delle auto sta prendendo una piega da funerale di seconda categoria. Altro che miracolo economico, qui si rischia il crollo stile palazzo abusivo dopo un’alluvione.
Ma che vi aspettavate? Che la festa delle vendite a rate e delle offerte-truffa durasse in eterno? Eh, ma a marzo e aprile le macchine le vendevano come il pane prima della dieta. Sì, certo: peccato che erano tutti lì a comprare adesso per evitare l’ennesima mazzata sui dazi che, guarda un po’, erano nell’aria come l’odore di fritto nei sottopassi. Adesso, finito il carnevale, restano solo le trombette rotte e la nausea post-sbronza da incentivi.
Ogni genio del settore si riempie la bocca con parole come ‘tariffa’, ‘incentivo’, ‘sentiment’. Ma davvero pensate che a qualcuno fuori da queste cricche di marpioni importi qualcosa di queste minchiate? La verità è che la gente ha più paura a entrare in concessionaria che a guardare il conto in banca dopo una settimana di saldi. Ma le scorte sono in calo! Cazzo, ci credo: le macchine buone sono finite, e ora ci rifilano quello che avanza nei piazzali, a prezzi che manco il concessionario del Monopoli.
E le previsioni? Sono sempre le stesse: quest’anno andremo peggio dell’anno scorso, ma il prossimo saremo tutti ricchi. Già sentito, già visto. Poi arriva il prossimo trimestre, e scoprite che la ‘ripresa’ era solo nella testa di chi si fa le pippe davanti ai grafici. Intanto, fuori dalle vostre bolle dorate, chi si compra un’auto nuova oggi o è disperato o ha una voglia matta di buttare i soldi nel cesso.
Non parliamo poi della genialata dei cinesi: loro hanno capito prima di tutti che produrre auto come se non ci fosse un domani serve solo ad allagare il mondo di ferraglia invenduta. E mentre Geely chiude i rubinetti, da noi c’è ancora chi sogna la fabbrica nuova ogni mese, come se bastasse l’ennesimo stabilimento per far comprare le auto a chi non ha più nemmeno i soldi per la benzina.
Intanto, chi tira avanti, lo fa a colpi di illusioni: Aspettiamo tempi migliori, magari se i dazi scendono torneremo a comprare. Certo, e magari Babbo Natale quest’anno porta pure il pieno gratis. La realtà è che, tra prezzi fuori controllo, stipendi da fame e un futuro così incerto che nemmeno la zingara lo vuole leggere nelle carte, le auto ve le potete pure tenere.
Vi siete mai chiesti quanto conta davvero il vostro ottimismo quando si tratta di comprare una macchina? Poco o nulla. Ma appena la paura vi entra nelle mutande, le concessionarie si svuotano più in fretta di una spiaggia col temporale. Paradossalmente, sono le cazzate che vi raccontate tra amici - “quest’anno va meglio, l’economia gira” - a decidere se cacciate o no ventimila euro per una berlina che invecchia più in fretta di un politico in campagna elettorale.
Il primo: lasciate perdere le previsioni degli ‘esperti’, che sbagliano più di una sveglia alle sei di mattina. Se proprio vi serve un’auto, magari provate a comprarne una usata prima che anche quelle diventino un lusso da ricchi. E se invece sognate il bolide nuovo per far vedere ai vicini quanto siete fighi, rassegnatevi: tra poco vi toccherà fare a gara a chi gira meglio in bici, perché con questi prezzi e questi stipendi il concessionario lo vedrete solo passando davanti in autobus.