
Le borse asiatiche hanno registrato un calo oggi, dopo che i mercati statunitensi sono rimasti chiusi per il lutto nazionale in onore dell'ex presidente Jimmy Carter. I futures statunitensi erano in ribasso e i prezzi del petrolio in aumento. Gli analisti attribuiscono il calo regionale alla diminuzione della fiducia riguardo ulteriori riduzioni dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, alla luce di recenti dati economici positivi negli Stati Uniti. I verbali di una riunione di dicembre hanno mostrato che i funzionari della Fed prevedono di rallentare il ritmo dei tagli ai tassi quest'anno a causa dell'inflazione elevata e delle politiche commerciali incerte del presidente eletto Donald Trump. I mercati sono in attesa del rapporto sui posti di lavoro non agricoli negli USA.

Ah, buongiorno! Siete svegli? Sì, lo so, è un miracolo. Aprite gli occhi, c'è da digerire il disastro del mondo, che non si ferma nemmeno quando voi dormite come sacchi di patate. Prendete il caffè e preparatevi, perché oggi non si risparmia nessuno.
Partiamo dall’Asia: borse giù, giù, ma non troppo giù. In Giappone il Nikkei ha perso lo 0,9%. Sapete cosa vuol dire? Che mentre voi eravate occupati a russare, qualcuno in Giappone si stava grattando la testa cercando di capire come giustificare la discesa davanti al capo. Ma tranquilli, il vostro mutuo resta lo stesso una condanna a vita.
E la Corea del Sud? Ferma. Immobile. Come il traffico a Ferragosto sulla Salerno-Reggio Calabria. Lì almeno hanno una scusa: un’economia che galleggia. Voi? Galleggiate pure voi, ma solo nel mare di scuse che raccontate a voi stessi ogni mattina.
La Cina, poi, sempre un passo avanti, no? Certo, ma solo nel creare tariffe e litigare con gli americani. Il mercato di Hong Kong perde lo 0,5%. E sai cosa? Ai ricconi là in cima non importa. Per loro è solo un altro venerdì in cui decidere quale jet usare per scappare dai problemi che loro stessi hanno creato.
Intanto in America, ieri i mercati sono rimasti chiusi per il lutto nazionale di Jimmy Carter. Un ex presidente che era probabilmente l’ultimo politico ad avere un’anima. Oggi? È come cercare di trovare un caffè decente: impossibile. Però i bond erano aperti, eh. Perché, sia chiaro, se c’è una cosa sacra in America non è la democrazia, è il denaro. Rendimenti alti, tassi d’interesse alti, e voi? Sempre a elemosinare lo sconto sulle bollette. È questo il progresso.
La Fed poi ha deciso di rallentare i tagli ai tassi di interesse. Perché? Perché l’economia americana va meglio del previsto. Sorprendente, vero? Come quando scopri che il tuo amico che si lamenta sempre della dieta si è mangiato mezza pasticceria di nascosto. L’economia va forte, ma chi ne beneficia? Non certo chi deve scegliere tra pagare l’affitto o mangiare. Ah, la meritocrazia!
E poi c'è Trump, che ancora si aggira come un fantasma nei mercati finanziari. Tariffe, guerre commerciali, e un’ossessione per la Cina che nemmeno voi avete per lo Spritz al bar. La gente non sa più se investire o se buttarsi giù dal ponte. E mentre il mondo trema, voi siete ancora qui a chiedervi se sia meglio un croissant o un cornetto. Spoiler: il problema non è la scelta, è che siete voi che non avete più soldi per entrambi.
Insomma, è venerdì. E sapete cosa significa? Che avete appena altri due giorni per convincervi che la prossima settimana sarà meglio. Ma non lo sarà. Perché? Perché il mondo gira al contrario, e voi siete troppo occupati a scrollare Instagram per accorgervene. Buona giornata, campioni.