
La Borsa statunitense ha registrato una giornata positiva giovedì, trainata dal Nasdaq, che ha guadagnato circa il 2,1% grazie ai risultati trimestrali superiori alle attese di Microsoft e Meta. Queste performance hanno alleviato i timori sulle prospettive dei giganti tecnologici in un contesto di incertezza dovuto alle politiche tariffarie dell’ex presidente Trump. L’indice S&P 500 è salito dell’1,1%, mentre il Dow Jones ha segnato un aumento dello 0,6%, prolungando la sua migliore serie di rialzi dell’anno. Intanto, l’attenzione si sposta sui prossimi risultati di Apple e Amazon, anch’esse coinvolte nelle tensioni commerciali. Segnali di un possibile allentamento della guerra dei dazi hanno favorito il clima sui mercati.

Avete presente quando tutti si svegliano una mattina e improvvisamente i mercati vanno su come se qualcuno avesse sparso cocaina nei caffè degli analisti? Ecco, oggi è una di quelle giornate. Il Nasdaq fa il fenomeno, trainato dai soliti noti: Microsoft e Meta. Ma non perché abbiano inventato qualcosa di rivoluzionario, eh. No, semplicemente hanno fatto due numeri in croce migliori del previsto - cioè la solita gara di chi tira fuori la riga di trimestrale più lunga. Oh, ragazzi, che emozione: la crescita di Meta è dovuta alla pubblicità, Microsoft all’AI. Wow, che novità. Da stropicciarsi le mutande dalla gioia.
Intanto, la gente si caga addosso per le tariffe, i dazi, la guerra commerciale e tutte queste cazzate che sembrano importanti solo a chi ha bisogno di una scusa quando il mercato va a puttane. Trump gioca a Risiko con i dazi e tutti a leccargli le chiappe o a piangere miseria, a seconda da che parte del tavolo stanno. Meta e Microsoft però vanno bene, allora tutti a dire che la tecnologia salverà l’umanità, i gatti, le nonne e pure il prete di paese. Nel frattempo Apple e Amazon sono già col sorriso da idioti, pronte a sfornare risultati e a farsi le solite seghe mentali su quanto sono magnifiche. Sì, le Magnifiche Sette: chiamatele pure come volete, ma sono sempre le stesse. Sempre loro a pettinare le classifiche. Sempre loro a vendervi innovazione che sa di aria fritta.
Amazon, nel frattempo, rassicura la Casa Bianca dicendo che non scaricherà i dazi sui prezzi - che generosità, eh? Certo, come no, lo fanno per amore del popolo. Intanto Apple si agita per spostare la produzione fuori dalla Cina, ma tanto il prossimo iPhone costerà come una piccola utilitaria, e voi sarete sempre lì in coda a sbavare per il nuovo modello che fa le stesse cose del vecchio.
Poi c’è McDonald’s che fa la vittima, piange per i dazi e sbaglia le stime sulle vendite. I consumatori sono incerti, dice il CEO. No, guarda, sono semplicemente stufi di pagare un panino due stipendi. Ma continuate pure a credere alla favoletta dei fattori esterni, così dormite meglio la notte.
Sul lavoro, la musica non cambia: richieste di disoccupazione in crescita, il PIL si accartoccia, ma state tranquilli: domani esce il report sul lavoro e già mi immagino i titoli: Segnali contrastanti, mercati in attesa. Sì, l’attesa di capire quanti di voi devono incastrare la rata del mutuo con i buoni pasto.
Nel frattempo, tra una leccata di scarpe a Xi Jinping e una telefonata a Pechino, si tratta per un accordo commerciale che probabilmente non cambierà un cazzo per la vostra vita, ma farà scattare i titoli in borsa come le luci a Natale. Evviva, la crescita è salva! Sì, come no: per chi compra e vende azioni con soldi che voi non vedrete mai.
Sapete qual è la cosa più esilarante di tutta questa pagliacciata? Che mentre tutti parlano di guerra commerciale, dazi e AI, la maggior parte degli investitori non ha la minima idea di quello che sta succedendo. Si affidano ai titoloni, guardano il ticker che sale, poi corrono a comprare l’ETF del momento convinti di essere i nuovi Warren Buffett. In realtà sono solo carne da macello per gli algoritmi che giocano con i prezzi come il gatto con il topo. Ma continuate pure a credere che con due click e una buona dose di culo diventerete ricchi. “Illusi e felici, proprio come vuole il sistema”.
Volete un consiglio? Lasciate perdere le mode, i titoli “caldi”, e i resoconti entusiastici dei broker col sorriso da televendita. Se proprio volete investire, imparate almeno a leggere un bilancio, fatevi due domande sul perché una multinazionale fattura miliardi e non riesce a pagare due euro in tasse, e soprattutto toglietevi dalla testa che tutti saranno vincenti. Per ogni Microsoft che vola, ci sono dieci aziende che cadono come merde senza che nessuno spenda una parola. E se vi piace rischiare, almeno fatelo con i vostri soldi: non con quelli del nonno o della zia. Altrimenti fate prima a grattare un gratta e vinci: almeno lì l’illusione dura poco.