
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato una riduzione inaspettata delle necessità di finanziamento tramite emissione di debito per il secondo trimestre del 2025. Secondo le stime aggiornate, tra aprile e giugno saranno raccolti 514 miliardi di dollari, cifra inferiore di 53 miliardi rispetto alle previsioni di febbraio. Questo calo è attribuito principalmente a un miglioramento dei flussi fiscali e a una gestione più efficiente della liquidità, nonostante il persistere dell’impasse sul tetto del debito. La notizia ha contribuito a un calo dei rendimenti sui titoli di Stato, segnalando una fiducia crescente nei confronti della gestione finanziaria statunitense nel breve termine.

Sorpresona: il Tesoro americano ha deciso di tirare un po' il guinzaglio sulle emissioni di debito. Proprio loro, quelli che stampano dollari come se fossero fazzoletti al bar la domenica mattina, all’improvviso scoprono la sobrietà. Avete presente il tizio che, dopo vent'anni a strafogarsi di porchetta, una sera vi annuncia che da domani mangia solo insalatine? Ecco, più o meno la stessa credibilità.
Non vi preoccupate, non è improvvisamente scoppiata la virtù. Hanno solo visto che i conti non sono andati a schiantarsi contro il muro così velocemente come temevano. Tradotto: le tasse sono entrate un pelino meglio del previsto e le spese sono rimaste lì, basse abbastanza da non fare scena. Ma non fatevi troppe illusioni, questa è solo la calma piatta prima che tiri vento di tempesta fiscale. Il debito pubblico americano non lo si ferma con le buone intenzioni o con due conti fortunati. Lo si ferma, forse, con un colpo di magia, ma la bacchetta magica la stanno ancora cercando su Amazon.
Chissà cos’avranno tagliato per far tornare i numeri. Magari hanno smesso di comprare matite per gli uffici, o forse hanno solo rimandato qualche guerra. Non sarebbe la prima volta: tagli sulle brioches mentre il forno continua a sfornare bombe termonucleari.
La barzelletta è che adesso tutti si strappano i capelli per questa inaspettata virtù della prudenza. Come se bastasse un segno meno qua e là per cambiare la traiettoria di un Titanic lanciato a 40 nodi contro l’iceberg. Ma in fondo ve lo meritate: volevate la fiaba dell’America morigerata, eccovela servita, condita con la solita salsa di numeri aggiustati a fine trimestre. Tanto chi se ne accorge? Voi no, di sicuro.
Ma tranquilli: quando negli uffici del Tesoro devono quadrare i conti, il trucco c’è sempre. E di solito è più brutto della faccia del direttore dopo una notte in bianco davanti a un Excel che sanguina.
Poi ci sono quelli che esultano perché i tassi scendono. Un abbassamento che dura meno di una dieta pre-estate: due settimane e si torna subito alle vecchie abitudini, con il debito che ricomincia a ingrassare e i mercati che fingono di non vedere. Alla fine, la sceneggiata è sempre la stessa: ci si illude che basti una virgola in meno per evitare la catastrofe, mentre il Titanic continua diritto. Applausi, sipario e via al prossimo giro di giostra.
Lo sapete che il debito pubblico americano, persino abbassando le emissioni di qualche decina di miliardi, continua a crescere come il colesterolo dopo Ferragosto? Tanto per capirci: è come vantarsi di aver risparmiato tre euro sulla spesa settimanale mentre la carta di credito piange sangue. Ma shhh, non disturbate la narrazione: loro adesso sono i “virtuosi”.
Se vi capita di ascoltare qualcuno che parla di “svolta storica” o di “cambio di passo” del Tesoro USA, fatevi un favore: cambiate canale, chiudete il giornale o - meglio ancora - invitatelo a cena, così magari vi spiega anche come si fa a dimagrire mangiando solo lasagne. Almeno la risata è assicurata.