
L'Unione Europea affronta un periodo di incertezza economica e politica, mentre la Banca Centrale Europea si prepara a discutere un possibile taglio dei tassi di interesse. Con l'elezione di Donald Trump e le tensioni politiche in Francia, ci si aspetta che la BCE riduca i tassi di un quarto di punto, ma non si esclude un taglio di mezzo punto. La situazione politica in Francia è instabile dopo le dimissioni del Primo Ministro Barnier e la Germania si prepara a nuove elezioni, lasciando le due maggiori economie dell'eurozona senza una guida chiara. L'inflazione è scesa al 2,3%, ma la crescita economica rimane debole. Le aziende tedesche annunciano tagli di posti di lavoro, aumentando l'incertezza sul futuro economico.

Allora, cari masochisti che avete scelto di interessarvi di economia, benvenuti nel circo dell’assurdo. Parliamo della BCE, quella simpatica combriccola che, mentre noi siamo qui a grattarci la testa chiedendoci perché i nostri soldi sembrano sparire misteriosamente, si diletta in acrobazie con i tassi d’interesse.
C’è aria di incertezza? Forse è un eufemismo, direi che siamo immersi fino al collo in un mare di melma politica ed economica. Il grande spettro dell’innalzamento tariffario di Trump e la disintegrazione politica della Francia, l’eterno romanticone che non sa più se vuole restare a far parte di questo matrimonio europeo, sono soltanto due dei tanti guai.
Ma torniamo alla nostra cara BCE. Con la grazia di un elefante in un negozio di cristalli, sta cercando di decidere se smussare i tassi d’interesse di un quarto di punto o di un mezzo punto. Ma perché non un intero punto, vi chiederete, tanto per risolvere tutto in un colpo solo?
Ecco il trucco: hanno paura di sembrare troppo invadenti, specialmente con le elezioni francesi e tedesche all’orizzonte. Non vogliono essere accusati di ficcare il naso dove non dovrebbero. Perché, sì, immaginatevi, potrebbe mai un’istituzione come la BCE influenzare politiche nazionali? Mai!
Intanto, mentre i cervelloni della BCE si arrovellano su quale pulsante premere, la fiducia degli investitori crolla più veloce di un castello di carte in una tempesta. Abbiamo il settore manifatturiero che annaspa, come un pesce fuor d’acqua e i giganti dell’industria tedesca che tagliano posti di lavoro come se fosse il nuovo sport nazionale. Le aziende come Bosch, ZF Friedrichshafen, Ford e ThyssenKrupp sono in prima fila per distribuire biglietti di disoccupazione, giusto per mantenere alto il morale.
Sapete che le previsioni di crescita economica per l'eurozona sono talmente ottimistiche che farebbero ridere anche un clown? Parliamo di uno spettacolare 0,8% quest’anno e un mirabolante 1,3% il prossimo. Quasi quasi ci viene voglia di brindare con un bicchiere vuoto.
La prossima volta che vi viene voglia di interessarvi a queste questioni, chiedetevi se morire di noia non sia un’opzione più desiderabile. Altrimenti, rinchiudetevi in una stanza e urlate nel cuscino finché non vi passa la voglia. Poi, magari, mettete su un bel vinile degli anni '70 e fate finta che tutto sia meraviglioso, almeno finché dura il lato A.