
Lo scorso anno, i venture capitalist hanno investito 97 miliardi di dollari nelle startup di intelligenza artificiale negli Stati Uniti, segnando un nuovo record. Secondo i dati di PitchBook, quasi la metà dei 209 miliardi di dollari raccolti dalle startup statunitensi è andata a imprese focalizzate sull'IA, rappresentando la quota più alta mai registrata. Nonostante l'aumento generale dei finanziamenti per le startup, che sono cresciuti di circa un terzo rispetto al 2023, il numero di fondi raccolti dai venture capitalist è sceso al livello più basso dal 2014. Le startup in settori tradizionalmente caldi, come il software aziendale, stanno incontrando difficoltà nel raccogliere fondi a valutazioni precedentemente raggiungibili.

Ah, beati voi che credete ancora alla favoletta delle startup, vero? Quelle storielle che raccontano di miliardi che piovono dal cielo e trasformano nerd impacciati in magnati della tecnologia. E ora ci ritroviamo con i venture capitalist che riversano 97 miliardi di dollari nelle startup di intelligenza artificiale negli Stati Uniti, un record che fa sembrare ogni altra industria un parco giochi per dilettanti. Ma fate attenzione: non è tutto oro quel che luccica. Questi ragazzi non stanno giocando a Monopoli. Non stanno neanche scommettendo, stanno letteralmente buttando soldi in un buco nero sperando che qualcosa, un giorno, faccia bang.
Il grande Elon Musk con la sua xAI, OpenAI, Anthropic… i soliti nomi che fanno finta che il mondo giri attorno a loro. E, ovviamente, la parte migliore: quasi metà dei 209 miliardi di dollari raccolti da tutte le startup americane va a questi geni dell'intelligenza artificiale. Che meraviglia, vero? Peccato che il resto delle startup sia lasciato a mendicare le briciole di un banchetto che non è mai stato apparecchiato per loro. Perché sì, la vera festa è solo per i giganti, i titani che attraggono fondi come calamite alte un chilometro.
Ah, ma non finisce qui, cari idealisti. Mentre i venture capitalist tessono le loro trame dorate, il resto del mondo rimane appeso a un filo. In Europa, i finanziamenti alle startup calano come il morale in ufficio dopo l'ennesima riunione inutile. In Asia, la musica è la stessa: un bel tonfo da 100 a 75,9 miliardi. Ma chi se ne importa, giusto? Il vero spettacolo è da un'altra parte.
Forse non vi sorprenderà sapere che mentre questi colossi dell'IA si accaparrano tutto il bottino, le altre startup, quelle che cercano di fare qualcosa di, oserei dire, utile, non vedono un euro manco a piangere in cinese. È la dura verità di un mercato che premia i sogni e calpesta la realtà. Siete sorpresi?
Se volete entrare nel gioco delle startup, fate come i furbi: fingete di lavorare su qualche algoritmo rivoluzionario che cambierà il mondo. Non importa quanto sia campata per aria l'idea, basta che suoni bene e faccia sognare quei poveri venture capitalist pronti a scucire soldi come se non ci fosse un domani. E ricordate: l'importante è vendere il sogno, non realizzarlo.