
L'economia del Regno Unito potrebbe aver subito una contrazione nel quarto trimestre, spingendo il Paese verso una possibile recessione. Gli economisti stimano che il PIL sia diminuito dello 0,1% dopo un terzo trimestre stagnante, complici le misure fiscali del Cancelliere Rachel Reeves. La Banca d'Inghilterra ritiene che ci sia una probabilità del 40% che il Regno Unito sia già in una recessione tecnica, con due trimestri consecutivi di contrazione. Reeves deve affrontare la sfida di stabilizzare le finanze pubbliche senza aumentare ulteriormente le tasse, mentre i costi di prestito governativo restano elevati. Le proiezioni economiche ufficiali potrebbero essere riviste al ribasso, mettendo ulteriore pressione sulle politiche future.

Ah, l’economia del Regno Unito, quella fantastica macchina che sembra sempre più una vecchia Cinquecento arrugginita, con la marmitta che spara fumo e il motore che tossisce. Una recessione alle porte? Ma chi l’avrebbe mai detto! Come se non avessero abbastanza problemi, adesso ci si mette pure il PIL a giocare a nascondino. E la povera Rachel Reeves, con il suo sorriso da pubblicità di dentifrici, che promette di turbo-caricare la crescita. Sì, certo, come no. Con la bacchetta magica, magari.
Probabilmente il PIL è caduto di uno striminzito 0,1%. Non sembra tanto, ma sapete, per loro è come dire che la Regina si è messa a ballare il flamenco a Buckingham Palace. E quale sarebbe la causa di tutto questo disastro? Le tasse, signori miei, sempre loro. Reeves ci aveva promesso che non avrebbe alzato di nuovo le tasse dopo l’ultimo giro, ma ormai è come fidarsi di un politico in campagna elettorale.
La Banca d'Inghilterra ci dice che c'è un 40% di probabilità che siano già in recessione tecnica. Ma dai, complimenti per l’ottimismo! E nel frattempo, la pressione sul costo della vita cresce, perché si sa, i prezzi mica fanno beneficenza. La cara Rachel è di fronte a un bel grattacapo: tagliare la spesa pubblica o smentire se stessa e aumentare di nuovo le tasse. Scelte da far invidia a un paradosso di Zenone.
In tutto ciò, il Regno Unito paga tassi d’interesse degni di un paese in crescita, ma con un'economia che boccheggia peggio di un pesce fuor d'acqua nella bacinella del mercato. E giusto per non farsi mancare niente, ci sono pure le previsioni che vanno giù come le temperature a gennaio. La OBR, l’ufficio delle previsioni, riduce le stime di crescita e sembra che abbiano deciso di giocare al ribasso come un pokerista disperato.
Gli economisti sembrano stupiti dalla "debolezza" dell'economia britannica. Davvero? È come essere sorpresi quando il solito amico tira buca a calcetto. Si sa già in partenza come va a finire, ma tutti fanno finta di meravigliarsi. E tutta questa sorpresa è basata su “sondaggi” — quelli che di solito azzeccano come le previsioni meteo. Sì, perché affidarsi ai sondaggi è un po’ come cercare di prevedere il futuro con una sfera di cristallo cinese.
Cari economisti britannici, perché non provate a smettere di fare questi giochetti di prestigio con numeri e percentuali? Forse, se la smettete di tagliare le tasse solo per poi alzarle di nuovo, magari l’economia smette di fare la danza del gambero. E invece di continuare a fare promesse da marinaio, perché non mettete un po’ d’ordine nel cortile di casa? Ah, ma certo, perché farlo quando si può continuare a sperare che la prossima volta la moneta atterrerà sul lato giusto?