
La tradizionale strategia sell in May and go away, ovvero vendere in maggio per evitare i mesi estivi storicamente deboli in Borsa, quest’anno non trova tutti d’accordo. Secondo diversi analisti, le attuali condizioni di mercato, influenzate da incertezze economiche, tensioni geopolitiche e politiche monetarie, rendono poco affidabile questa regola stagionale. Dati storici mostrano che tra maggio e ottobre l’S&P 500 ha avuto rendimenti medi inferiori rispetto al periodo novembre-aprile, ma negli ultimi anni restare investiti durante l’estate si è spesso rivelata una scelta vincente. Gli esperti invitano quindi a valutare il contesto attuale piuttosto che affidarsi a massime del passato.

Sell in May e vai a sbronzarti. Ecco la saggezza da bar che vi passate tra un prosecco annacquato e due chiacchiere in ufficio, convinti di avere tra le mani la formula magica della Borsa. Ma svegliatevi: questa regoletta da vecchi rincitrulliti della City ormai fa più scena che sostanza. Vi piace sentirvi investitori navigati solo perché conoscete due proverbi in croce, ma la verità è che il mercato di oggi vi prende a sberle anche se vi attaccate ai detti popolari come le comari al rosario.
Guardate i dati, non le favole. Da quando i computer hanno iniziato a fare trading più velocemente di quanto voi riusciate a scaldare la sedia, la stagionalità conta come la dieta durante le feste: ci credete solo perché vi fa sentire meglio, non perché funzioni. Sopravvivere vendendo a maggio magari funzionava quando la gente si assentava per le corse dei cavalli e il massimo del rischio era scommettere sul fantino sbagliato, ma oggi c’è una crisi nuova ogni giovedì, e il mercato vi si incula anche se è Ferragosto.
Ma davvero pensate che basti il calendario per decidere cosa fare dei vostri soldi? Avete presente che la volatilità ormai è una costante, non una parentesi? Basta un tweet di qualche ministro e metà del mercato si accascia peggio della vostra autostima lunedì mattina. Sì, gli esperti vi sparano la statistica da quattro soldi - tra maggio e ottobre si guadagna solo l’1,8% - ma peccato che non vi dicano che nel frattempo, restare dentro vi protegge dalla vostra stessa stupidità quando poi a novembre non rientrate più perché avete paura.
E poi, parliamoci chiaro: quanti di voi sono in grado davvero di schivare i crolli vendendo a maggio e ricomprando al momento giusto? Nessuno. Perché l’unica cosa che fate è vendere nel panico e rientrare con la coda tra le gambe quando ormai vi siete persi il rimbalzo. È come lasciare la fidanzata perché vi hanno detto che d’estate ci si diverte di più, e poi trovarvi a piangere su Instagram guardando le foto degli altri che si divertono davvero.
Continuate pure a credere nelle favole, ma poi non lamentatevi se a settembre non avete una lira in più. I mercati non sono un oroscopo. Si muovono per motivi veri: tassi, guerre commerciali, capricci di quattro politici con la cravatta storta. Il calendario lasciatelo ai ragionieri: se volete guadagnare, dovete scendere in campo, sporcarvi le mani, e soprattutto smettere di dare retta agli slogan da ciarlatano.
Sapevate che la regola “sell in May” nasce dalle abitudini degli scommettitori inglesi che volevano andare in vacanza? Quindi, in pratica, la vostra strategia sarebbe copiata dal cuggino di Peppino che smette di lavorare perché c’è la sagra della porchetta. Complimenti per l’originalità.
Se volete davvero fare soldi, smettete di cercare scorciatoie da idioti. Studiate, leggete i bilanci, e soprattutto abbiate le palle di restare investiti quando tutti scappano. Altrimenti, vendete pure a maggio e fatevi una bella grattata di tasche vuote a settembre.