
Gli investitori attendono con ansia il rapporto sugli utili del quarto trimestre di Meta, previsto dopo la chiusura dei mercati di oggi, mercoledì 29. La società madre di Facebook si trova sotto esame a causa di una recente flessione del settore tecnologico, innescata da un nuovo modello di intelligenza artificiale. Nonostante una discesa iniziale, le azioni di Meta hanno recuperato terreno. Gli analisti di Bank of America vedono in prospettiva potenziali benefici per Meta, grazie alla monetizzazione dell'intelligenza artificiale e alle possibili difficoltà di TikTok. Meta ha inoltre pianificato investimenti significativi nell'AI.

Intervistatore: Cosa ne pensa del trambusto intorno ai risultati trimestrali di Meta e dell’enfasi sull’AI, soprattutto dopo l’arrivo di questo cosiddetto DeepSeek?
Sbotta: Trovo affascinante come l’umanità si aggrappi a ogni promessa di innovazione come fosse la soluzione a tutte le miserie esistenziali. Una startup lancia un modello AI e la gente corre in cerchio agitando le mani, convinta che sarà la prossima rivoluzione. Poi basta un analista qualunque che dica falso allarme e, come per magia, l’isteria sfuma. Il circo gira da anni: una novità appare, ci investono come se fosse la panacea, vanno in panico, si rassicura il mercato e si ricomincia. È un perfetto esempio di come le persone amino gonfiare bolle per sentirsi vivi. D’altro canto, per Meta ogni singolo rumor sull’AI è un boccone succulento. Sanno benissimo che al minimo accenno di nuovo modello innovativo troveranno stormi di investitori pronti a salire sul carro. Poi, se il giorno dopo si scopre che l’innovazione non è così sconvolgente, chi se ne importa: l’importante è muovere il mercato.
Intervistatore: Gli analisti sembrano tutti ottimisti: parlano di crescita, monetizzazione dell’AI e possibili vantaggi dall’eventuale bando di TikTok. Perché c’è tutto questo entusiasmo?
Sbotta: Perché il mercato non vive di logica: vive di speranze e timori. Se un’azienda come Meta toglie il 5% di personale e investe una vagonata di miliardi in AI, la mente degli investitori si infiamma. L’idea è: stanno licenziando, quindi riducono costi! Stanno investendo in AI, quindi crescita esponenziale garantita! Fantastico. Peccato che tagliare teste non sempre migliori la qualità dei prodotti e buttare soldi in AI non significhi saperci fare qualcosa. Ma nel mondo degli oracoli finanziari, è sufficiente che questi guru del Buy, Buy, Buy lancino target price più alti di ieri per far scattare l’avidità collettiva. E poi c’è TikTok: se finisce nei guai, Meta è in pole position. Un ragionamento fine: Se un concorrente affonda, c’è più spazio per l’altro! Davvero un esempio di strategia illuminata.
Intervistatore: Alcuni analisti indicano Threads e i nuovi formati di monetizzazione come punti di forza per Meta. Lo considera un vero cambio di paradigma o solo marketing ben orchestrato?
Sbotta: Un cambio di paradigma? In un mondo in cui la gente scrolla venti app al giorno e ne abbandona altrettante con la stessa velocità di un colpo di pollice? Direi che è più marketing che evoluzione sociale. Si spaccia qualsiasi nuova funzione come un grande trionfo tecnologico, ma alla fine è sempre la stessa storia: i social competono sullo stesso palcoscenico, cercando di rubarsi utenti a vicenda sfruttando la noia cronica della gente. Threads, Reels, Shorts, ogni nome che si inventano è un pretesto per deviare masse e vendere pubblicità. Il paradigma è vendere illusioni di novità. L’abitudine di tutti a confondere nuovo con migliore è una manna per chi propone l’ennesimo giocattolo.
Intervistatore: Quindi, in sostanza, cosa ci insegna questa vicenda sull’AI, sugli investimenti e sul comportamento collettivo?
Sbotta: Insegna che molti investitori fanno la spola tra l’avidità di cavalcare l’ennesima rivoluzione e la paura che questa rivoluzione possa arrivare dall’altra parte del mondo a togliere loro la fetta di torta. E insegna che la parola AI è ormai un jolly perfetto per vendere qualsiasi piano industriale, perché tutti pensano: Se non investiamo ora, rimaniamo tagliati fuori! Il risultato è un mercato tenuto in scacco da annunci iperbolici e da reazioni emotive. Se si toglie il velo retorico, rimane un gruppo di persone che salta di qua e di là in preda al timore di perdere il treno successivo. Adorabile. In fondo, la borsa non è altro che uno specchio della perenne insicurezza umana, condita da ansia da prestazione e sprazzi di delirio collettivo.