Sam Altman rifiuta l'offerta di Elon Musk per OpenAI

11 feb 25, 7:38
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Sam Altman, CEO di OpenAI, ha rifiutato un'offerta non richiesta di 97,4 miliardi di dollari da un gruppo di investitori guidato da Elon Musk per acquistare la nonprofit che guida OpenAI. L'offerta rappresenta una significativa riduzione della valutazione di OpenAI, che secondo CNBC vede SoftBank pianificare un investimento di 40 miliardi di dollari a una valutazione di 260 miliardi. In risposta a Musk, Altman ha scherzato proponendo di acquistare Twitter per 9,74 miliardi. Musk, che ha acquistato Twitter per 44 miliardi nel 2022, ha replicato chiamando Altman un imbroglione. Musk e Altman, co-fondatori di OpenAI nel 2015, sono ora in disaccordo, con Musk che cerca di impedire la trasformazione di OpenAI in un'azienda a scopo di lucro.

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Altman che dà il benservito a Musk, eh? Chi l'avrebbe mai detto che qualcuno potesse dire di no a un pacco di soldi grosso come una montagna? E non parliamo di noccioline, ma di una montagna da 97,4 miliardi di dollari. Sì, avete letto bene, miliardi con la b di boh, chi se ne frega. Altman ha sfoderato un bel no, grazie e ha rilanciato dicendo che, se Musk volesse, lui comprerebbe Twitter (o meglio, X, o come diavolo lo chiama ora) per 9,74 miliardi. Un cambio di mano degno di una partita a poker tra ubriachi.

Perché Altman ha rifiutato? Forse perché la valutazione di OpenAI, secondo SoftBank, è di ben 260 miliardi. Fate voi il calcolo di quanto la valutazione di Musk fosse una presa per i fondelli. Ma c'è chi dice che OpenAI abbia dei debiti grossi quanto il debito pubblico italiano e che il suo futuro sia più incerto di quello di un laureato in lettere. E con tutte queste incertezze, viene da chiedersi: chi diavolo ha ragione?

Nel frattempo, Musk e Altman si scambiano insulti come due ragazzini in cortile. Musk dà del truffatore ad Altman e quest’ultimo lo invita a vedere coi suoi occhi un mega centro dati in Texas. Non è solo una questione di business, ma un duello tra egocentrici con gli account social più seguiti del pianeta. E nel bel mezzo di questa farsa, c'è il piccolo dettaglio che Musk una volta ha finanziato OpenAI con 45 milioni, e ora vuole che la società resti no-profit. Un po' come donare un fegato e poi pretendere indietro il rene.

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Per quanto Altman e Musk sembrino due belve in gabbia pronte a sbranarsi, entrambi hanno contribuito a fondare OpenAI. Il progetto iniziale era nobile: un'intelligenza artificiale a beneficio di tutti, senza scopo di lucro. Poi qualcosa è andato storto, o forse no, dipende da chi racconta la storia. Gli ideali si sono trasformati in conti bancari stratosferici e in cause legali che solo un avvocato con una laurea in ingegneria fiscale potrebbe comprendere.

Se mai aveste l’ispirazione divina di investire in AI, fatevi un favore e comprate un manuale di diritto commerciale prima di firmare qualsiasi cosa. E se proprio volete giocare a fare i magnati, accertatevi che il vostro ego sia più grande del vostro portafoglio, perché sembra che sia quella la valuta corrente tra questi due. Se non altro, potrete sempre intrattenervi a colpi di tweet velenosi con il vostro ex socio, giusto per movimentare le giornate.

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