Trump rinuncia ai dazi e revoca divieti di perforazione, le aspettative di tagli dei tassi Fed aumentano

21 gen 25, 7:32
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Il presidente degli Stati Uniti ha deciso di non imporre immediatamente dazi specifici alla Cina e ha revocato i divieti di perforazione offshore nella maggior parte delle acque costiere americane. Queste mosse hanno alleviato le preoccupazioni sull'inflazione e hanno rafforzato le aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. I rendimenti dei titoli del Tesoro decennali sono scesi di quasi 10 punti base in Asia, mentre i prezzi del petrolio sono calati dopo l'annuncio di Trump. Gli investitori si aspettano ora ulteriori allentamenti della politica monetaria da parte della Fed, con una probabilità del 70% di tagli multipli del tasso di riferimento entro l'anno. Tuttavia, i rendimenti potrebbero risalire se l'economia americana si dimostrasse resiliente.

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Trump abbandona i dazi e ci ripensa sui divieti di perforazione: due notizie che, se non altro, ci ricordano quanto poco possiamo fidarci delle dichiarazioni politiche. Chi di voi si è illuso che i dazi fossero una mossa da genio? Avete fatto un errore da principianti. E ora, con un colpo di scena che potrebbe far impallidire una telenovela, Trump decide che forse non è più il caso di fare a pugni con la Cina. Sarà che il rischio di un'inflazione alle stelle ha finalmente fatto capolino nel suo cervello? Non lo sapremo mai, ma possiamo immaginare il suo team che si chiede: E se fosse stato solo il solito sfoggio di muscoli per impressionare la plebe?

Poi, ciliegina sulla torta, revoca pure i divieti di perforazione offshore. Per carità, se pensavate che l'ambiente con Biden finalmente avesse potuto tirare un sospiro di sollievo, siete più ingenui di quanto credessi. Le trivelle sono lì, pronte a bucare ogni fondale possibile, e a far assaporare il dolce suono del petrolio che scorre. Ma voi, poveri illusi, continuate a sperare che qualcuno a Washington abbia a cuore la natura. Ah, la speranza: l’ultima a morire, ma la prima a essere fregata.

Adesso, i titoli di stato statunitensi fanno festa, abbassano i tassi e incassano come se non ci fosse un domani. Qualcuno potrebbe pensare che il rally dei bond sia un segnale positivo. Beh, auguri con quella fantasia. Il ribasso dei rendimenti indica solo che gli investitori sono così disperati da accettare qualsiasi cosa che sembri meno rischiosa di quei mattoni di titoli azionari. La Fed? Taglierà i tassi come se fosse Natale. Chi lo scriveva prima che Trump avrebbe causato un’inflazione galoppante? I soliti esperti che ora hanno cambiato idea, da bravi camaleonti.

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Se vi state chiedendo chi guadagna da questi giochetti, non siete soli. Solo che la risposta è più scontata della trama di un film di serie B. Le grandi aziende energetiche, ovviamente. Quelli che possono permettersi di giocare a Monopoli con la vita reale. Trump è solo il burlone di turno, che fa la sua parte mentre il resto del cast si prepara a incassare la prossima vincita.

Non fatevi illusioni, cari lettori. Se siete tra quelli che sperano in una svolta grazie a queste mosse, rassegnatevi. L'unica cosa che potrebbe cambiare davvero le carte in tavola è un terremoto economico che spazzi via le false convinzioni. Ma, considerando quanto siamo bravi a sopravvivere ai disastri, preparatevi a una lunga attesa. Intanto, investite in qualcosa di sicuro: magari un bel materasso dove nascondere i vostri risparmi. Non si sa mai.

21 gen 25, 7:32