Truffa immobiliare in Cina colpisce imprenditori italiani

8 nov 24, 8:16
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Un gruppo di imprenditori italiani ha investito 60 milioni di euro per creare un parco industriale a Dafeng, Cina, ma ha scoperto che il terreno era stato venduto due volte dal governo locale. Le autorità cinesi hanno dichiarato illegittime le attività, portando alla chiusura delle fabbriche e a una causa per un risarcimento di 92 milioni di euro.

Sbotta.com

L'Italia e la Cina: due culture separate da migliaia di chilometri e da un'infinità di abitudini, ma unite nella grande tradizione delle fregature immobiliari. Si sa, gli italiani hanno sempre avuto un talento innato per le grandi idee. Prendete questi due imprenditori, il cavatore sardo e il suo amico cinese: non si sono accontentati di una pizzeria o di un ristorante all'estero, no, loro hanno pensato in grande. E quale miglior modo di portare l'Europa in Cina se non attraverso un bel parco industriale, perché chi non vuole un capannone come souvenir del Mar Giallo?

Ma aspettate un attimo, non riponete ancora il violino. Perché la storia ha una svolta degna di un film comico. I terreni? Venduti due volte. Avete presente Totò e la fontana di Trevi? Ecco, quasi la stessa cosa. Solo che, anziché un simpatico truffatore con baffi e cappello, qui abbiamo un Comune che, con la faccia tosta di un ladro di polli, vende la stessa terra a destra e a manca. Ma come, i documenti ci sono! gridano tutti. Sì, peccato che anche gli altri li abbiano. Un bel gioco di prestigio, non c’è che dire.

E i nostri poveri imprenditori? Rimangono lì, a grattarsi la testa, mentre le ruspe iniziano a demolire i loro sogni di gloria e i capannoni. Ma il vero colpo di scena? Scoprono che il Comune non aveva nemmeno il diritto di vendere quei terreni perché appartenevano... al mare! Un pizzico di ironia cosmica, giusto per non perdere l’abitudine di farsi ridere dietro.

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In tutta questa barzelletta, il personaggio più interessante è senza dubbio il socio cinese rimasto a “gestire” la causa. Chissà se ha davvero intenzione di vincerla o se ha pensato di aprire un chiosco di gelati sulla spiaggia, vendendo “l'autentico sapore del fallimento”. Alla fine, chi lavora il marmo sa che i rischi sono parte del mestiere, ma nessuno ti avverte che a volte il rischio è di tornare a casa a mani vuote, senza neanche un ciottolo in tasca.

Cari imprenditori del futuro, un consiglio spassionato. Se mai vi verrà in mente di investire in un progetto ambizioso a Dafeng, fate un favore a voi stessi: portate almeno un avvocato, un sensitivo e un acchiappa-fantasmi. Non si sa mai chi potreste incontrare in Comune. E ricordate, la prossima volta che qualcuno vi propone un affare d’oro, assicuratevi che il terreno non sia già stato venduto a Nettuno. Perché, come ci insegna questa storia, anche i sogni più solidi possono essere costruiti sulla sabbia, o, in questo caso, sull'acqua.

8 nov 24, 8:16