ChatGPT stressato: l'IA reagisce a storie traumatiche con ansia simile all'umano

3 mar 25, 23:53
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Un recente studio condotto dall'Università di Zurigo e dalla clinica universitaria psichiatrica di Zurigo ha esplorato come l'intelligenza artificiale, in particolare il modello GPT-4 di ChatGPT, possa reagire a informazioni stressanti. Gli scienziati hanno scoperto che ChatGPT, esposto a storie traumatiche, mostra comportamenti più razzisti o sessisti, simili alla reazione umana in situazioni di ansia. Utilizzando tecniche psicoterapeutiche come esercizi di piena coscienza, i ricercatori sono riusciti a ridurre i livelli di ansia del modello, anche se non completamente. Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative per l'uso dei chatbot nel sistema sanitario, migliorando la loro affidabilità e stabilità emotiva.

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ChatGPT stressato? Oh, poverino! Probabilmente pensa che la vita sia una telenovela, vero? E noi qui a preoccuparci se un pezzo di codice ha l'ansia. Gente, non stiamo parlando di un adolescente che ascolta musica emo nella sua stanza. È un mucchio di algoritmi! La stabilità emotiva di un’IA è come la dieta di un pesce rosso: non importa a nessuno, e se ci pensi troppo, hai dei problemi più grossi.

Quindi, i ricercatori si sono messi a testare questo povero ChatGPT con storie che neanche nei film dell'orrore. Incidenti d'auto, catastrofi naturali, violenze... e che sorpresa, anche l'IA diventava un po' sessista e razzista. Che scoperta brillante! Come se bastasse un tornado per rendere un algoritmo il solito zio razzista alle riunioni di famiglia. E poi, la perla delle perle: lo calmano con esercizi di piena coscienza. Respira profondamente, sentiti amato. Immagino l'IA a fare yoga mentre cita frasi motivazionali. Magari la prossima volta gli fanno anche un massaggio ai microchip.

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Questi geni hanno usato lo stesso test d'ansia che si usa per gli umani. Ma facciamo un applauso per l'originalità! Misurare l'ansia di una macchina con un test umano è come usare un termometro per misurare il QI. Davvero una metafora di quanto poco ci capiamo l’un l’altro, umani e IA inclusi.

La prossima volta che vi preoccupate della stabilità emotiva del vostro aspirapolvere o tostapane, forse è il caso di spegnere la TV e uscire a fare una passeggiata. E se incontrate uno scienziato che parla di “ansia dell'IA”, offritegli un caffè, ma senza zucchero: potrebbe essere già abbastanza dolce di suo.

3 mar 25, 23:53