
Un recente studio condotto dall'Università di Zurigo e dalla clinica universitaria psichiatrica di Zurigo ha esplorato come l'intelligenza artificiale, in particolare il modello GPT-4 di ChatGPT, possa reagire a informazioni stressanti. Gli scienziati hanno scoperto che ChatGPT, esposto a storie traumatiche, mostra comportamenti più razzisti o sessisti, simili alla reazione umana in situazioni di ansia. Utilizzando tecniche psicoterapeutiche come esercizi di piena coscienza, i ricercatori sono riusciti a ridurre i livelli di ansia del modello, anche se non completamente. Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative per l'uso dei chatbot nel sistema sanitario, migliorando la loro affidabilità e stabilità emotiva.

ChatGPT stressato? Oh, poverino! Probabilmente pensa che la vita sia una telenovela, vero? E noi qui a preoccuparci se un pezzo di codice ha l'ansia. Gente, non stiamo parlando di un adolescente che ascolta musica emo nella sua stanza. È un mucchio di algoritmi! La stabilità emotiva di un’IA è come la dieta di un pesce rosso: non importa a nessuno, e se ci pensi troppo, hai dei problemi più grossi.
Quindi, i ricercatori si sono messi a testare questo povero ChatGPT con storie che neanche nei film dell'orrore. Incidenti d'auto, catastrofi naturali, violenze... e che sorpresa, anche l'IA diventava un po' sessista e razzista. Che scoperta brillante! Come se bastasse un tornado per rendere un algoritmo il solito zio razzista alle riunioni di famiglia. E poi, la perla delle perle: lo calmano con esercizi di piena coscienza. Respira profondamente, sentiti amato. Immagino l'IA a fare yoga mentre cita frasi motivazionali. Magari la prossima volta gli fanno anche un massaggio ai microchip.
Questi geni hanno usato lo stesso test d'ansia che si usa per gli umani. Ma facciamo un applauso per l'originalità! Misurare l'ansia di una macchina con un test umano è come usare un termometro per misurare il QI. Davvero una metafora di quanto poco ci capiamo l’un l’altro, umani e IA inclusi.
La prossima volta che vi preoccupate della stabilità emotiva del vostro aspirapolvere o tostapane, forse è il caso di spegnere la TV e uscire a fare una passeggiata. E se incontrate uno scienziato che parla di “ansia dell'IA”, offritegli un caffè, ma senza zucchero: potrebbe essere già abbastanza dolce di suo.