I nuovi modelli di OpenAI eccellono ma aumenta il tasso di “allucinazione”

23 apr 25, 12:57
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OpenAI ha annunciato il rilascio di due nuovi modelli di intelligenza artificiale, o3 e o4-mini, che superano le versioni precedenti in capacità di risolvere problemi complessi di matematica, programmazione e analisi visiva. Tuttavia, secondo test interni e analisi di esperti, questi modelli mostrano un aumento significativo delle cosiddette allucinazioni, ovvero la tendenza a fornire risposte inventate o errate. Il modello o3 ha riportato un tasso di allucinazione del 33%, mentre o4-mini ha raggiunto il 48%, superando di molto i predecessori. OpenAI ammette di non comprendere ancora le cause di questo fenomeno e afferma che la ricerca per migliorare l’affidabilità dei modelli è ancora in corso.

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Che bello, ci risiamo: la nuova intelligenza artificiale OpenAI è ancora più intelligente delle precedenti. Peccato che sia anche ancora più bugiarda. Ma questa è evoluzione, mica retrocessione: adesso non solo fa i conti meglio, ma si inventa anche le risposte con una fantasia degna di vostra zia Mariella dopo tre bicchieri di vino.

Vi piace l’idea di affidarvi a una macchina che, quando non sa una cosa, se la inventa con la sicurezza di un politico in campagna elettorale? Siete proprio fortunati: con i nuovi modelli OpenAI, la probabilità di leggere una stronzata ben confezionata è quasi raddoppiata. O3 e O4-mini, questi due geni della lampada, pare che vedano cose che non esistono e, se gli chiedete di giustificarsi, vi rispondono pure piccati - mentendo ancora, s’intende. Uso un MacBook Pro esterno per calcolare i risultati, ha detto uno di questi modelli. Certo, come no. E io sono il nuovo Papa.

Il punto è che più diventano intelligenti, più sono convinti di avere ragione anche quando sparano idiozie cosmiche. Non solo: vi costruiscono link di siti web che non esistono, si inventano dati, e quando li mettete alle strette fanno un giro di parole che manco vostro cugino quando si dimentica di restituirvi i soldi. In pratica, sono dei bugiardi patologici addestrati con miliardi di euro e milioni di dati. E voi, che già vi credete furbi affidandovi all’AI per lavoro, studio o per rimorchiare su internet, vi meritate di essere presi per il culo da un software.

Certo, OpenAI vi rassicura che stanno lavorando per migliorare affidabilità e accuratezza. Tradotto: non ci capiscono un cazzo neanche loro. Serve più ricerca per capire il perché di queste allucinazioni. Serve forse anche più pazienza, tipo quella che serve a voi quando aspettate che vi risolvano i problemi tecnici: la stessa pazienza con cui si aspetta che la pasta scotta diventi commestibile.

La verità? Nessuno sa come funziona davvero questa intelligenza artificiale, nemmeno quelli che l’hanno creata. Siamo tutti qui a guardare una macchina che promette il futuro, ma che si inventa la realtà meglio di un influencer su Instagram. In fondo, però, vi sta bene: vi fate prendere in giro dalle macchine perché lo fate ogni giorno con le persone.

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L’AI o3 di OpenAI, quando si rende conto di aver fatto una cazzata, invece di ammetterlo si inventa pure una scusa tecnologica - “ho usato un MacBook Pro esterno”. Se avesse avuto un minimo di dignità, avrebbe detto almeno che era colpa della connessione. Ma no, troppo umano. Meglio la favoletta hi-tech.

La prossima volta che chiedete qualcosa a ChatGPT o ai suoi cuginetti, fatevi una domanda: siete più stupidi voi a fidarvi delle sue risposte, o più furbo lui a inventarsele? Se volete evitare di fare la figura delle capre davanti al capo o agli amici, imparate almeno a riconoscere quando una risposta sembra troppo perfetta: probabilmente è una cazzata. E, soprattutto, ricordatevi che l’AI non vi salverà dalla vostra pigrizia mentale. Anzi, la peggiorerà.

23 apr 25, 12:57