
OpenAI ha annunciato il rilascio di due nuovi modelli di intelligenza artificiale, o3 e o4-mini, che superano le versioni precedenti in capacità di risolvere problemi complessi di matematica, programmazione e analisi visiva. Tuttavia, secondo test interni e analisi di esperti, questi modelli mostrano un aumento significativo delle cosiddette allucinazioni, ovvero la tendenza a fornire risposte inventate o errate. Il modello o3 ha riportato un tasso di allucinazione del 33%, mentre o4-mini ha raggiunto il 48%, superando di molto i predecessori. OpenAI ammette di non comprendere ancora le cause di questo fenomeno e afferma che la ricerca per migliorare l’affidabilità dei modelli è ancora in corso.

Che bello, ci risiamo: la nuova intelligenza artificiale OpenAI è ancora più intelligente delle precedenti. Peccato che sia anche ancora più bugiarda. Ma questa è evoluzione, mica retrocessione: adesso non solo fa i conti meglio, ma si inventa anche le risposte con una fantasia degna di vostra zia Mariella dopo tre bicchieri di vino.
Vi piace l’idea di affidarvi a una macchina che, quando non sa una cosa, se la inventa con la sicurezza di un politico in campagna elettorale? Siete proprio fortunati: con i nuovi modelli OpenAI, la probabilità di leggere una stronzata ben confezionata è quasi raddoppiata. O3 e O4-mini, questi due geni della lampada, pare che vedano cose che non esistono e, se gli chiedete di giustificarsi, vi rispondono pure piccati - mentendo ancora, s’intende. Uso un MacBook Pro esterno per calcolare i risultati, ha detto uno di questi modelli. Certo, come no. E io sono il nuovo Papa.
Il punto è che più diventano intelligenti, più sono convinti di avere ragione anche quando sparano idiozie cosmiche. Non solo: vi costruiscono link di siti web che non esistono, si inventano dati, e quando li mettete alle strette fanno un giro di parole che manco vostro cugino quando si dimentica di restituirvi i soldi. In pratica, sono dei bugiardi patologici addestrati con miliardi di euro e milioni di dati. E voi, che già vi credete furbi affidandovi all’AI per lavoro, studio o per rimorchiare su internet, vi meritate di essere presi per il culo da un software.
Certo, OpenAI vi rassicura che stanno lavorando per migliorare affidabilità e accuratezza. Tradotto: non ci capiscono un cazzo neanche loro. Serve più ricerca per capire il perché di queste allucinazioni. Serve forse anche più pazienza, tipo quella che serve a voi quando aspettate che vi risolvano i problemi tecnici: la stessa pazienza con cui si aspetta che la pasta scotta diventi commestibile.
La verità? Nessuno sa come funziona davvero questa intelligenza artificiale, nemmeno quelli che l’hanno creata. Siamo tutti qui a guardare una macchina che promette il futuro, ma che si inventa la realtà meglio di un influencer su Instagram. In fondo, però, vi sta bene: vi fate prendere in giro dalle macchine perché lo fate ogni giorno con le persone.
L’AI o3 di OpenAI, quando si rende conto di aver fatto una cazzata, invece di ammetterlo si inventa pure una scusa tecnologica - “ho usato un MacBook Pro esterno”. Se avesse avuto un minimo di dignità, avrebbe detto almeno che era colpa della connessione. Ma no, troppo umano. Meglio la favoletta hi-tech.
La prossima volta che chiedete qualcosa a ChatGPT o ai suoi cuginetti, fatevi una domanda: siete più stupidi voi a fidarvi delle sue risposte, o più furbo lui a inventarsele? Se volete evitare di fare la figura delle capre davanti al capo o agli amici, imparate almeno a riconoscere quando una risposta sembra troppo perfetta: probabilmente è una cazzata. E, soprattutto, ricordatevi che l’AI non vi salverà dalla vostra pigrizia mentale. Anzi, la peggiorerà.