Il nuovo modello o1 di Intelligenza Artificiale di OpenAI in difficoltà con il gioco di parole Connections del NYT

10 gen 25, 17:08
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OpenAI ha recentemente messo alla prova il suo avanzato modello di intelligenza artificiale, o1, con il popolare gioco di parole Connections del New York Times. Nonostante le aspettative elevate, il sistema ha faticato a risolvere correttamente il puzzle, noto per la sua complessità. Il gioco richiede di raggruppare 16 termini in base a caratteristiche comuni, spesso non ovvie. Mentre o1 è riuscito a individuare alcune associazioni giuste, altre risultavano bizzarre, come nel caso di boot, umbrella, blanket, e pant identificati come abbigliamento o accessori. Questo episodio evidenzia le sfide che l'intelligenza artificiale affronta quando si tratta di ragionare su richieste nuove e non documentate.

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Ma guarda un po', l'Intelligenza Artificiale di OpenAI inciampa su un giochino di parole del New York Times. Che sorpresa! Come se avessimo mai creduto che potesse fare altro che mangiarsi i dati e rigurgitarli come un pappagallo pseudo-intelligente. Oh, certo, Sam Altman sta là a sventolare il santissimo graal dell'intelligenza artificiale generale come se avesse scoperto l'America, mentre in realtà la sua creaturina non è capace di distinguere un cappotto da un ombrello.

Forse vi aspettavate che una macchina super sofisticata, quella che dovrebbe essere l'avanguardia della Silicon Valley, potesse almeno risolvere un puzzle con 16 parole. Dico, neanche ve ne chiediamo 17, ma 16, per l'amor di Dio. E invece no: o1 si è fatto un bel tuffo nel ridicolo, proponendo combinazioni degne di una serata di vodka e scelte imbarazzanti.

Il gioco Connections non è per cervelloni artificiali, a quanto pare. I termini possono essere collegati in modi che vanno da titoli di libri a parole che iniziano con fuoco e qui il nostro caro o1 ha fatto il suo sporco show. Ha avuto il coraggio di unire boot, umbrella, blanket, e pant sotto abbigliamento o accessori. Perfetto, se siete fan del fashion anni 90 dove una coperta era l'ultimo grido da passerella.

E non finisce qui. Ha raggruppato breeze, puff, broad, e picnic come tipi di movimento o aria. Forse in un universo parallelo, certo non nel nostro. Ma sì, ragazzi, non disperate: è solo un altro esempio di come l'IA strabordante di aspettative di marketing si ferma al primo ostacolo reale. Quando si tratta di risolvere qualcosa di nuovo, è come chiedere a un pesce di scalare un albero.

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Un tempo, l'intelligenza artificiale era vista come una soluzione a tutto. Ora è più un parente imbarazzante al matrimonio: sai che c'è, ma ti auguri che non faccia troppe figuracce.

Alla prossima occasione di dimostrare la sua genialità, forse o1 dovrebbe prendere ripetizioni da una nonna con una passione per le parole crociate. Almeno lei sa come abbinare un ombrello a un temporale, non a un cappotto.

10 gen 25, 17:08