Il Wall Street Journal sperimenta riassunti AI

15 nov 24, 19:14
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Il Wall Street Journal sta sperimentando riassunti generati dall'intelligenza artificiale per i suoi articoli, senza etichettare chiaramente queste sintesi come create da AI. La tecnologia viene utilizzata anche per traduzioni e versioni audio. Questo approccio solleva interrogativi sulla trasparenza e l'affidabilità dei contenuti editoriali.

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Immaginate una bella mattina. Vi svegliate, prendete il caffè, e poi vi sedete per leggere il vostro giornale preferito, il Wall Street Journal, giusto per sentirvi informati. Ma ecco che arriva la cruda realtà: quegli importanti punti chiave che vi saltano subito all’occhio non sono scritti da un’eminente penna giornalistica. No, signori, sono il parto di un algoritmo senza cuore. Un box di punti chiave generato da un ammasso di codice senza sentimenti umani. Complimenti, la vostra fonte di sapere ha una mente di silicio. Ma attenzione, non vi dicono subito che è un AI a scrivere: dovete cercare bene nel menu a tendina. Perché dichiararlo chiaramente? Sarebbe troppo, giusto?

Ora, non fraintendetemi: l’A.I. ha le sue utilità. Chi non vorrebbe un robot che traduce il giornale in dialetto per la nonna? Ma l’idea di affidare la sintesi di un articolo a un programma che è famoso per inventarsi cose di sana pianta è un po' come affidare il cibo del vostro matrimonio al primo che capita. Però vi promettiamo che è tutto controllato da un editor umano, dicono. Certo, come no, e io sono il robot che ti porta Babbo Natale. Il mondo del giornalismo sta facendo piroette per rimanere a galla, e nel mentre lascia che l'AI metta le mani anche dove non dovrebbe. Ma chi se ne frega, tanto nessuno legge veramente le notizie, no?

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“Sapevate che l’AI non sa distinguere una notizia di oggi da una del secolo scorso?” Ecco perché ogni tanto leggerete che Napoleone sta ancora conducendo campagne in Europa. Alla faccia della precisione! Forse un giorno ci diranno che la terra è piatta, ma con una sintesi davvero ben fatta. L’AI è un po’ come un bambino che ha appena imparato a parlare: può dire cose interessanti, ma non mettetelo a scrivere i contratti.

“Cari giornali, se volete proprio usare l'AI, almeno fateci sapere che non è il figlio dell’editor capo a scrivere”. Magari mettete un bel cartello luminoso con su scritto “Attenzione: notizie generate da un cazzo di robot”. Oppure, per il bene dell’umanità, lasciate che gli umani facciano ancora parte del processo. Non siamo pronti per un futuro in cui le notizie hanno la stessa veridicità degli oroscopi. Almeno, non senza un bel disclaimer lampeggiante in cima.

15 nov 24, 19:14