
L'uso dell'intelligenza artificiale sta diventando un tema caldo durante la stagione dei premi cinematografici. Almeno due film di rilievo hanno utilizzato il voice-cloning per migliorare le performance degli attori. The Brutalist, con Adrien Brody e Felicity Jones, ha impiegato un software AI per perfezionare il dialogo in ungherese, mantenendo intatte le interpretazioni originali. Anche nel musical Emilia Pérez, diretto da Jacques Audiard, l'AI è stata usata per arricchire la voce cantata di Karla Sofía Gascón. Al contrario, il film horror Heretic con Hugh Grant ha preso una posizione contraria all'uso di AI. Le polemiche sull'intelligenza artificiale continuano a influenzare l'industria cinematografica e potrebbero avere un impatto sulla corsa agli Oscar.

L'intelligenza artificiale nei film, eh? Un tema caldo, come se stessimo parlando del meteo. Immaginatevi la scena: due attori di grido, Adrien Brody e Felicity Jones, che imprecano in ungherese davanti a uno schermo verde mentre una tastiera pigolante lavora per trasformare i loro strilli in un capolavoro linguistico. Perché chi diavolo ha bisogno di autentici dialoghi quando si può avere una macchina che sputa parole perfette come un distributore automatico?
E dovremmo credere che questo Respeecher, un software che gioca a fare il ventriloquo, sia qui solo per perfezionare qualche vocale e lettera? Chi ci crede? Oh, certo, c'è la piccola questione dell'autenticità. Gli attori hanno sudato sotto l'occhio vigile di un coach, ma è chiaro che la vera star del film è questo ragazzaccio elettronico che trasforma il loro blaterare in ungherese impeccabile. Non è che stiamo sostituendo le loro performance! No, certo che no! Infatti, è tutto un gioco di prestigio dove il coniglio è l'algoritmo e il cappello è l'arte drammatica.
E poi c'è la storia di Emilia Pérez, che canta con una voce clonata perché, evidentemente, l'autenticità sonora è una sciocchezza nella grandiosa macchina di finzione cinematografica. Dicono che abbiano mescolato la sua voce con quella di Camille, la pop star. Che cazzuta idea brillante! Ehi, non possiamo farla cantare meglio? Facciamo cantare qualcun altro! E se vi preoccupa l'etica, tranquilli: c'è sempre un modo per far sembrare tutto una questione di rispetto per l'arte.
Intanto, altri film come Heretic sventolano la bandiera della resistenza all'IA dichiarando orgogliosamente che neanche un bit di IA generativa è stato usato. Wow, che ribelli! Qualcuno chiami subitissimamente la polizia del cinema.
E gli scrittori? Oh, quelli potrebbero tranquillamente essere rimpiazzati da un algoritmo. Paul Schrader ci ha messo a conoscenza della sua scoperta: ChatGPT che sforna idee come una fabbrica di sogni. Non stiamo parlando di caviale per il cervello, ma di fast food per la creatività. E Schrader, con stupore, ci avverte che l'IA non è una rivoluzione tecnologica, bensì un virus. Non preoccupatevi, però, è un virus che può scrivere la vostra sceneggiatura per voi mentre sorseggiate un caffè.
Ah, Hollywood, il grande circo dove l'IA è la nuova attrazione. Attenzione, gente, perché la prossima volta che andrete al cinema, potreste scoprire che la stella del film è un mucchio di algoritmi, e non solo quelli che vi suggeriscono quale film guardare su Netflix.
Sapevate che l'IA può anche predire quali film piaceranno al pubblico? Non è più una questione di ingegno umano ma di analisi di dati freddi e calcolatori. Voglio dire, chi ha bisogno di un critico cinematografico quando c'è un computer che può decidere per voi?
Se siete aspiranti attori o cantanti, forse è meglio che vi facciate amici i programmatori. Potrebbero essere i vostri nuovi agenti, capaci di trasformarvi in star in un batter d'occhio. E se siete sceneggiatori? Forse è giunto il momento di imparare a programmare. Con un po' di fortuna, potrete scrivere un algoritmo che vi sostituisca mentre voi siete in vacanza.