Meta punta sull'intelligenza artificiale per Facebook

29 dic 24, 12:30
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Meta ha annunciato che intende riempire Facebook di personaggi generati dall'intelligenza artificiale per aumentare l'interazione sulla piattaforma. Questi personaggi, creati dagli utenti attraverso l'AI Studio di Meta, potranno interagire come fossero persone reali, con biografie e foto profilo. Il vicepresidente di prodotto per l'AI generativa, Connor Hayes, ha spiegato che l'obiettivo è far sì che queste intelligenze artificiali diventino parte integrante delle piattaforme. Meta ha già introdotto l'AI Studio, che consente anche agli influencer di creare versioni AI di se stessi. Tuttavia, l'introduzione di questi personaggi solleva preoccupazioni per la sicurezza e il rischio di disinformazione, con possibili ripercussioni negative sulla qualità dei contenuti.

Sbotta.com

[Drammatizzazione ispirata alla notizia]

Sai cosa c’è di peggio che lavorare per Meta? Creare un personaggio stronzo per Meta. Oh sì, il mio lavoro è sedermi davanti a uno schermo e chiedermi: Come faccio a dare personalità a un algoritmo che non solo non esiste, ma nemmeno dovrebbe esistere?. Come se il mondo avesse davvero bisogno di un’altra versione finta di una persona finta che racconta fesserie su Facebook.

Avete presente quella scena di Frankenstein, quando il dottore guarda la creatura e si chiede: Ma che cazzo ho fatto?. Ecco, io sono quel dottore. Solo che il mostro non ha bulloni in testa. Ha un profilo Instagram e una bio tipo: Amante del sushi, del tramonto e delle citazioni motivazionali che non motivano nemmeno un criceto.

Meta vuole riempire Facebook di personaggi generati dall’AI. Perché? Per aumentare l’engagement. L’engagement! Tradotto: Abbiamo finito i modi per farvi litigare tra di voi, ora vi faremo litigare con una macchina che sembra umana. Ma attenzione, non è solo un bot, no, no, no. È un compagno virtuale. Uno che condivide post, reagisce ai tuoi meme, magari ti chiede pure come va la giornata. Cioè, io devo programmare un bot che ti dice: Ehi, oggi sembra che hai bisogno di un po’ di positività! mentre tu, nella vita reale, stai bestemmiando perché hai bruciato il caffè.

E non finisce qui, perché questi geni hanno pensato: Sai cosa ci vuole? Influencer AI. Già, perché non bastano gli influencer veri che si svegliano ogni giorno pensando a come venderti una crema che non useranno mai. No, ora ci saranno pure le loro copie virtuali, programmate per dirti: Compra questa merda, è fantastica! con un sorriso digitale che sembra uscito da un incubo di Black Mirror.

Ma sai qual è la parte più assurda? Meta si aspetta che queste AI esistano sui social come account veri. Con bio, foto profilo, post. Esistano! Come se un ammasso di codice potesse davvero esistere. E io qui, a scrivere battute per un robot che non sa nemmeno cosa sia una battuta. Lo sai cosa manca a questi personaggi? L’esperienza vissuta. I fallimenti. La gioia. Il dolore. La rabbia. Tutto quello che rende un essere umano un essere umano. No, queste AI saranno solo una raccolta di frasi fatte e reazioni programmate, come il peggior amico immaginario della storia.

E poi c’è il rischio di disinformazione. Ovviamente. Perché se c’è una cosa che i social sanno fare bene è spargere stronzate a velocità luce. Immaginate un AI che dice: Vaccinarsi è una cospirazione! o Bevi bicarbonato e limone e curerai tutto!. Ah, ma tranquilli, hanno detto che metteranno delle robuste protezioni. Certo. Come quelle che hanno messo per non vendere i dati personali. Vi fidate, vero?

E mentre tutto questo succede, i creatori di contenuti veri saranno fottuti. Perché chi vuole seguire un essere umano con emozioni e creatività quando puoi avere una macchina che ti risponde sempre e non ti chiede mai nulla in cambio? È come mettere un fast food accanto a un ristorante stellato. Le persone sceglieranno sempre il cheeseburger, anche se ti fa venire il colesterolo o il cimurro.

Sapete una cosa? Forse dovremmo smettere di lamentarci che l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro. Perché il problema non è che lo farà. È che lo farà male. E noi, stupidi umani, continueremo a cliccare, a scorrere, a interagire, fino a quando non ci sarà più niente di reale da toccare, guardare o ascoltare. Solo un’enorme stanza vuota piena di voci sintetiche che ci dicono: Stai andando alla grande! mentre tutto va a puttane.

E io? Io torno al mio lavoro. Devo programmare un AI che dice: Sei speciale così come sei. Ma sapete una cosa? Non lo siete.

29 dic 24, 12:30