Multa del Garante della privacy a OpenAI per violazioni nella gestione dei dati di ChatGPT

20 dic 24, 12:11
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Il Garante della Privacy ha inflitto una sanzione di 15 milioni di euro a OpenAI per violazioni nella gestione del servizio ChatGPT. Dopo un'istruttoria avviata nel marzo 2023, l'Autorità ha riscontrato che OpenAI non ha notificato una violazione dei dati e ha utilizzato dati personali senza un'adeguata base giuridica, mancando di trasparenza. Inoltre, non sono stati previsti meccanismi per verificare l'età, esponendo i minori a contenuti inappropriati. OpenAI dovrà realizzare una campagna di comunicazione per sensibilizzare il pubblico sui diritti relativi ai dati personali. Il quartier generale europeo di OpenAI è stato stabilito in Irlanda, e l'Autorità irlandese proseguirà l'istruttoria.

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Oh, il Garante della Privacy ha deciso che era ora di svegliare OpenAI dal suo comatoso sogno dorato. Chissà, forse pensavano di poter giocare con i dati come un bambino con la sabbia al mare, senza mai dover badare alle conseguenze. Una sventolata di 15 milioni di euro per ricordargli che i dati personali non sono caramelle sparse a casaccio ai bambini di un oratorio. La verità, amici, è che la suonata è stata necessaria, perché qualcuno si è dimenticato che il GDPR non è un buffet dove scegliere cosa mangiare e cosa no.

OpenAI, colpevole di non aver informato il Garante di una violazione dei dati? Davvero sorprendente, come scoprire che l'acqua è bagnata. Ma non fermiamoci qui. Hanno anche usato quei dati per addestrare il loro caro ChatGPT senza una base giuridica valida, come se scrivere due righe in un contratto fosse una scienza occulta. E vogliamo parlare della mancanza di trasparenza? Oh sì, tieni pure le carte coperte, che nessuno noterà il trucco.

E poi, c’è la chicca: i minori di 13 anni esposti a risposte senza verifiche. La verità è che non c’è da sorprendersi. Se non hai messo un blocco per i ragazzini, è come lasciare la porta aperta e aspettarsi che nessuno entri. Certo, perché i bambini sono notoriamente razionali e stanno lontani dai pericoli online come se fossero la peste.

Ora, la ciliegina sulla torta: una campagna di comunicazione di sei mesi per spiegare a tutti come ChatGPT raccoglie e usa i dati. Magari ci diranno che le auto a benzina inquinano e che il sole sorge a est. È un po’ come ripetere a un pescivendolo che il pesce puzza. Intanto, la multa è stata mitigata dalla cooperazione di OpenAI. Sì, perché fare il minimo indispensabile per salvarsi la faccia è chiaramente un atto eroico degno di lode.

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Sapete che ormai l’Irlanda è diventata la tappa preferita per le società tecnologiche che sperano in una carezza più dolce dal punto di vista normativo? Come se il cambio di sede potesse magicamente far scomparire tutte le marachelle passate. È un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto e chiamarlo pulizia.

Se mai vi trovaste a gestire dati personali, ricordate: non sono come i messaggini delle chat che potete ignorare. La prossima volta che qualcuno vi propone di usare i dati senza permesso, pensate a quei 15 milioni di euro come una dolce melodia di avvertimento. E se proprio vi piace il rischio, almeno assicuratevi di avere un bel cuscino di riserva per l’atterraggio. Non vorrete fare la fine di OpenAI, giusto?

20 dic 24, 12:11