
OpenAI ha acquisito il dominio chat.com, che ora reindirizza al suo assistente ChatGPT. Il dominio, acquistato inizialmente da Dharmesh Shah per 15,5 milioni di dollari, è stato venduto a OpenAI per una cifra non divulgata. Shah ha ricevuto azioni della società, diventando così un investitore. L'acquisto ha suscitato commenti ironici sui social media.

OpenAI ha comprato il dominio chat.com. Che colpo di genio! Perché spendere milioni quando puoi spendere milioni, giusto? Praticamente un affare, come comprare un appartamento a Milano. Ora, per chi non l'avesse capito: spendere 15 milioni, o quanto diavolo sia, per un dominio è come buttare soldi in un pozzo senza fondo. Ma ehi, chi siamo noi per giudicare? Magari Sam Altman si è svegliato una mattina pensando: Ho bisogno di un dominio che suoni così basico da far sembrare originale anche un toast.
E poi c'è questo Dharmesh Shah, che ha comprato il dominio per la modica cifra di 15.5 milioni di dollari, probabilmente pensando che un nome come chat.com fosse rivoluzionario quasi quanto l'invenzione della ruota. Ha venduto il dominio ad OpenAI in cambio di azioni, perché non ama trarre profitto dagli amici. Ah, l'amicizia! Quel tenero legame che ti fa vendere domini per milioni e milioni. Chissà, forse Shah è l’unico amico che ti costa un rene solo per un favore.
Adesso, immaginatevi la scena: Altman, re delle trattative, seduto nel suo ufficio, ridendo dei meme su X mentre firma l’assegno. 7 trilioni per AI chip! Ah, se solo potessi spendere tutto quel denaro su domini inutili! Certo, perché l'AI non ha già abbastanza problemi senza dover gestire anche queste scelte discutibili.
Se vi state chiedendo perché qualcuno dovrebbe inserire chat.com nel proprio browser, non siete gli unici. È come cercare di capirne il significato profondo, il perché dell'esistenza stessa. Dopotutto, se state già usando ChatGPT da chatgpt.com, perché diavolo vi serve un altro URL? Ma ehi, la vita è piena di misteri, e il mondo tech è l'ultimo posto dove cercare risposte sensate.
Se mai vi venisse l'idea di investire in domini, ricordatevi che ci sono idee migliori: comprare un distributore di bibite, un banco di mercato, o anche una collezione di francobolli. Almeno potrete dire di aver fatto qualcosa di utile. E se proprio volete buttarvi nel tech, magari trovate qualcosa di più innovativo di un nome che potrebbe essere uscito da un generatore automatico di URL.