
Durante il New York Times Dealbook Summit, il CEO di Google, Sundar Pichai, ha discusso le sfide future nello sviluppo dell'intelligenza artificiale. Pichai ha dichiarato che i facili progressi iniziali dell'IA stanno rallentando e che il miglioramento dei modelli richiederà ora innovazioni più profonde, oltre al semplice aumento di dati e potenza di calcolo. Nonostante ciò, non crede che sia stato raggiunto un limite insormontabile e prevede ulteriori progressi entro il 2025, con modelli più efficaci nel ragionamento e nell'esecuzione di azioni complesse. Tuttavia, riconosce che le scoperte tecniche e algoritmiche saranno essenziali per avanzare ulteriormente, poiché il solo scaling non sarà sufficiente.

Bene, amici della mediocrità e del plasticoso ottimismo, parliamo chiaro: l'era in cui l'intelligenza artificiale si sviluppava a colpi di bacchetta magica è finita. Sundar Pichai, il gran capo di Google, l'ha detto chiaramente al New York Times Dealbook Summit. Non è che ci volesse un genio per capirlo, ma almeno lui ha avuto il coraggio di dirlo: Il frutto facile da raccogliere è finito. Traduzione per noi comuni mortali: Ragazzi, il gioco facile è finito, ora si suda.
Siete tra quelli che si agitano come galline senza testa al pensiero che l'AI stia sbattendo contro un muro? beh, benvenuti nel club. OpenAI ci ha messo lo zampino, facendo trapelare che il loro modello Orion è come quei sequel di film che nessuno voleva: meno performance, più delusione. Ma ehi, Sam Altman di OpenAI, con la sua faccia di bronzo, dice che non c'è nessun muro. Certo, Sam, e io credo ancora a Babbo Natale.
Pichai, il nostro amico del giorno, non si arrende al pensiero del muro. Secondo lui, serve andare oltre al solito scaliamo e vediamo che succede. Dice che ci vorranno innovazioni tecniche e algoritmiche. Ma va? Grazie Sundar, senza di te non ci saremmo mai arrivati. Ah, e guai a pensare che stiamo usando troppa potenza di calcolo, perché secondo il nostro guru, non stiamo nemmeno iniziando a graffiare la superficie. Come se fosse sostenibile andare avanti così, tra centrali nucleari e chip introvabili.
Avete mai notato come i giganti della tecnologia riescano a vendere la solita minestra riscaldata come una grande novità? È un talento quasi magico, una vera e propria arte dell'autoillusione. Ce lo dipingono come una sfida eroica, quando la vera sfida è non addormentarsi durante le loro conferenze.
Forse è ora di smettere di pendere dalle labbra di questi profeti del nulla e cominciare a fare domande serie. Tipo: chi paga il conto energetico di queste meraviglie tecnologiche? E quando, esattamente, l'AI smetterà di essere un giocattolo per pochi e diventerà qualcosa di realmente utile per tutti? Buona fortuna con le risposte, ma non trattenete il respiro, potrebbe volerci un po'.