
L'Università della California, Los Angeles (UCLA) ha annunciato che, a partire dal prossimo anno, offrirà un corso di letteratura comparata su scritti medievali e rinascimentali che farà ampio uso di materiali generati dall'intelligenza artificiale. Il corso, descritto ufficialmente come panoramica della letteratura dal Medioevo al XVII secolo, avrà come base un manuale e compiti generati dall'IA. La reazione di scrittori e accademici è stata di indignazione e scherno, soprattutto per la copertina del manuale, considerata priva di senso. La professoressa Zrinka Stahuljak, a capo del corso, sostiene che l'IA aiuterà a ridurre il rischio di plagi e libererà tempo per concentrarsi su analisi critiche con gli studenti.

Ma che bella trovata, eh? La UCLA decide di lanciare un corso di letteratura basato interamente su materiali generati da un’IA. Una rivoluzione accademica, dicono. Forse, ma solo se per rivoluzione intendiamo un colpo di stato intellettuale che ci porta dritti dritti all’epoca delle pietre e della selce. Oh, certo, l’idea di studiare la letteratura medievale e rinascimentale con un libro di testo scritto da un algoritmo è affascinante quanto farsi diagnosticare una malattia da un programma per computer che si arrampica sugli specchi.
L’IA si occupa di tutto: libri di testo, compiti, risorse per gli assistenti. Fantastico, direte. Ma è un po’ come cercare di imparare a cucinare seguendo le istruzioni di uno chef con il palato di un blocco di marmo. Avete visto la copertina del libro? Of Nerniacular Latin To An Evoolitun On Nance Langusages. E chi se lo dimentica! Sembra che un gatto ci abbia camminato sopra durante una tempesta di tasti.
I difensori di questa genialata affermano che l’IA non fa altro che usare le note del corso del professore, quindi tutto è affidabile. Ma chi prendiamo in giro? Affidabile come un orologio rotto che segna l’ora giusta due volte al giorno. Si riduce il rischio che gli studenti copino? Certo, perché che senso ha copiare da un’altra IA quando quella del corso è già abbastanza incompetente per conto suo?
Il vero colpo di genio qui è che si risparmia tempo ai professori. Che meraviglia! Non dover più perdere tempo a spiegare ai ragazzi cosa stanno leggendo, ma lasciare che si arrangino con una sinossi fatta da un’intelligenza che non capisce un tubo di letteratura. Khapow! Ecco l’upgrade educativo che nessuno ha chiesto.
Pare che il professore Dan Walden abbia suggerito di buttare via il dottorato dell’ideatrice del corso e metterla alla gogna. Diciamo solo che non è proprio sottile come critica. Il problema è che quando l’unica differenza tra l’istruzione moderna e una farsa medievale è la presenza di uno smartphone, capisci che qualcosa è andato storto.
Se volete davvero capire Dante, Petrarca o Shakespeare, evitate di chiedere aiuto a un’IA che potrebbe confondere l’inferno dantesco con un centro commerciale affollato. Datemi retta: mettete il culo sulla seggiola, spegnete il computer e aprite un vero libro. Non morde.