
Un gruppo di ricercatori dell’Università della Scienza e della Tecnologia della Cina ha sviluppato un dispositivo laser in grado di leggere il testo in un libro da una distanza di circa 1,4 chilometri. Utilizzando una tecnica chiamata interferometria di intensità, già impiegata in astronomia, il team ha sfruttato otto raggi laser infrarossi per illuminare e ricostruire l’immagine di oggetti lontani. Il sistema si è dimostrato così sensibile da distinguere lettere grandi solo tre millimetri, nonostante la presenza dell’atmosfera. Gli scienziati ritengono che questa tecnologia possa avere applicazioni nella rilevazione di detriti spaziali e puntano a migliorarne ulteriormente la precisione grazie all’intelligenza artificiale.

Immaginate la scena: state leggendo il vostro bel romanzo erotico in terrazzo, convinti della vostra privacy, e a un chilometro di distanza c’è un gruppo di nerd con in mano un laser che si fa i cazzi vostri parola per parola. Fantascienza? No, tecnologia made in laboratorio. Hanno sparato otto raggi laser - otto, mica uno, perché farsi le cose semplici è da idioti - e sono riusciti a ricostruire le lettere di un libro da quasi un chilometro di distanza. Lettere grandi tre millimetri. Siete ancora sicuri di voler leggere quei WhatsApp col font gigante mentre aspettate il caffè al bar?
Si chiama interferometria d’intensità, amici: una roba che sembra uscita da un manuale per sfondati in astrofisica, ma stavolta applicata a spiare la gente a terra, magari pure voi. In pratica, invece di guardare le stelle come fanno di solito, si sono messi a guardare i vostri fogli, i vostri appunti, magari il bigliettino degli scontrini che vi infilate in tasca per ricordarvi dove avete lasciato la macchina. Ma che bel passo avanti per l’umanità, vero?
Vi sentite rassicurati dal pensiero che il tutto, almeno per ora, funziona solo se uno ci illumina con il laser? Tranquilli, basta non vedete il puntino rosso addosso, siete a posto. Sì, come no. Come se la storia della tecnologia si fosse mai fermata al punto in cui era scomoda per i maniaci del controllo.
E la scusa? Serve a identificare i detriti spaziali. Certo, perché nel vostro condominio c’è una densità di detriti orbitalmente rilevante. Ma quanta ipocrisia c’è dietro la solita cazzata della ricerca per il bene comune? Questa roba serve, servirà e servirà sempre di più a ficcare il naso dove non volete nessuno. E se oggi la risoluzione è di tre millimetri, domani sarà di uno, poi mezzo, poi leggeranno i vostri pensieri direttamente dalla fronte mentre vi fate i fatti vostri.
Poi arriva la perla: Ci aiuterà l’intelligenza artificiale. Ovvero, a breve il vostro diario segreto non sarà più al sicuro nemmeno chiuso a chiave e chiuso nell’armadio, perché c’è sempre un algoritmo pronto a farvi le pulci meglio di vostra suocera. E vi sembra una figata? Sì, continuate pure a pensarla così, tanto il livello di ingenuità media è più basso del fondo del Po.
Qualcuno di voi si chiederà se questa meravigliosa tecnologia funziona anche con i libri chiusi. No, per ora il laser ci deve poter ‘vedere’ quello che volete leggere. Ma tranquilli: se c’è una cosa che la storia della tecnologia insegna, è che appena pensate di aver trovato il modo per tenervi qualcosa per voi, arriva uno scienziato frustrato a togliervi pure quello. Vi piace la privacy? Siete nati nel secolo sbagliato.
Avete ancora qualcosa da nascondere? Cambiate mestiere, cambiate hobby, cambiate pianeta. Oppure iniziate a scrivere in codice, ma tanto tra un po’ l’IA vi sgama anche quello. E se proprio volete essere sicuri, leggetevi la lista della spesa direttamente nella testa. Ma, conoscendovi, finirete solo per dimenticare anche il latte.