Groenlandia: Il Primo Ministro spinge per l'indipendenza dalla Danimarca

3 gen 25, 18:06
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Il Primo Ministro della Groenlandia, Mute Egede, ha recentemente espresso il desiderio che l'isola nordatlantica persegua l'indipendenza dalla Danimarca. Egede, in un discorso di Capodanno, ha sottolineato che la cooperazione con il Regno di Danimarca non ha portato alla piena uguaglianza, e ha insistito sulla necessità di superare gli ostacoli al progresso, definiti come le catene del colonialismo. La Groenlandia, un tempo colonia danese, è diventata territorio autonomo nel 1979 e dal 2009 ha il diritto di dichiarare l'indipendenza tramite referendum. Egede ha suggerito che un referendum sull'indipendenza potrebbe coincidere con le elezioni parlamentari di aprile. La Groenlandia possiede risorse naturali significative ma dipende da sussidi annuali dalla Danimarca.

Sbotta.com

[Drammatizzazione ispirata alla notizia]

Ah, ma che volete sapere? Volete capire com’è la vita di un pescatore groenlandese mentre gli Stati Uniti e la Danimarca si fanno la guerra per chi deve metterci il guinzaglio? Facile, vi racconto tutto: è una fregatura dall’inizio alla fine.

Io c’ho una barca, ma chiamarla barca è un insulto alle barche. È un rottame che galleggia solo perché il mare si sente in colpa per me. Ogni giorno esco col freddo che ti spacca le ossa, mi sbatto per tirare su pesci che manco i gatti vogliono, e torno a casa con abbastanza soldi per comprarmi... forse una birra. Forse. Ma intanto quelli a Copenaghen mandano belle lettere: Paga le tasse, Olaf! Eh certo, perché il mio contributo da fame è quello che tiene in piedi l’economia danese, no?

E adesso arriva il genio, Trump. Voglio comprare la Groenlandia. Compra sta cazzo di Groenlandia! Compratela, te la incarto pure con un bel fiocco. Ma sai che ti prendi? Ghiaccio. Tanto ghiaccio. Ah, e qualche vagonata di minerale da scavare nel ghiaccio che pensate di poter sfruttare. Ma per farlo? Distruggerete quel poco di natura che ci rimane. Bravo, bravo. Applausi. Se te la prendi, però, portati anche i politici danesi. Li mettiamo in omaggio. Due al prezzo di uno.

Mute Egede dice che vogliamo l’indipendenza. Ma sapete com’è, quando ti togli un padrone, ne arriva subito un altro. La Danimarca ci tiene al guinzaglio, ma almeno il guinzaglio è di velluto. Gli americani? Quelli ti mettono il collare elettrico e ti danno scosse se non fai il bravo.

La Groenlandia non è in vendita. Certo che non lo è! Ma non perché siamo orgogliosi o roba del genere. È che non sappiamo nemmeno quanto valiamo. E sapete perché? Perché nessuno ci ha mai fatto sentire di valere qualcosa. Qui siamo sempre stati i figli scemi, quelli da tenere a distanza, quelli che fanno comodo quando c’è da sfruttare qualcosa, ma che diventano invisibili quando chiedono rispetto.

Poi ci sono i militari americani. C’è una base qui, lo sapevate? Certo che no, perché chi se ne frega della Groenlandia, a meno che non stiate cercando un posto dove far esplodere le vostre cazzo di bombe. Loro dicono che è per la nostra sicurezza. Sicurezza da cosa? Dagli orsi polari? Perché qui, l’unica invasione che vediamo è quella dei turisti che scendono dalle crociere, si fanno una foto e poi spariscono.

E quei 500 milioni di euro che la Danimarca ci passa ogni anno? Eh, grazie mille. Sapete cosa ci facciamo con quei soldi? Niente. Arrivano, si perdono nelle mani di chi comanda, e noi rimaniamo qui, a cercare di capire come sopravvivere un altro inverno.

Sapete cosa ci vorrebbe? Un miracolo. Tipo che il mare si apra e ci porti via tutti, barche incluse. Ma siccome i miracoli non esistono, ci rimane solo una cosa: il sarcasmo. È il nostro oro, l’unica risorsa che non possono toglierci. Quindi eccovi serviti: benvenuti in Groenlandia, il posto dove il vento ti congela l’anima, la politica ti calpesta, e l’unico modo per restare sani è accettare che questa vita è una gigantesca barzelletta. E noi? Siamo solo la punchline.

3 gen 25, 18:06