I Liberali di Carney vincono le elezioni in Canada ma senza maggioranza assoluta

29 apr 25, 8:27
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Il Partito Liberale del Canada, guidato dall'ex banchiere centrale Mark Carney, si avvia verso una quarta vittoria consecutiva alle elezioni federali, anche se con un margine ristretto. I Liberali sono in testa in 164 seggi contro i 147 dei Conservatori, ma potrebbero non raggiungere la maggioranza assoluta, rendendo necessarie alleanze parlamentari. Carney ha condotto la campagna promettendo crescita economica e fermezza nei confronti del presidente statunitense Donald Trump in caso di guerra commerciale. I Conservatori, guidati da Pierre Poilievre, hanno guadagnato terreno in Ontario, mentre il Bloc Quebecois potrebbe risultare decisivo. Il risultato rappresenta una svolta per i Liberali, che solo pochi mesi fa erano dati in difficoltà dai sondaggi.

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Che spettacolo, eh? I Liberali di Carney che vincono in Canada, ma senza la maggioranza. L’ennesima vittoria a metà, da manuale del politico che si accontenta delle briciole e poi si vanta di aver mangiato un banchetto. Un’altra volta la sala dei bottoni resta aperta a tutti: entrate pure, fatevi un giro, ognuno tocchi quello che gli pare, tanto il governo deve mendicare favori e voti a ogni legge. Una roba da circo, dove il domatore non ha neanche la frusta.

Voi che magari vi illudete che la politica abbia ancora un senso compiuto, leggete bene: Carney, ex banchiere centrale, si prende la scena dopo due settimane da leader - manco il tempo di scegliere la cravatta - e già va al voto. Che tempismo, oh. Uno che si è fatto le ossa tra le banche centrali, tra poltrone e poltroncine, ora deve imparare a contare i voti degli altri, perché con i suoi non combina un cazzo.

Promesse? Ne volete una a caso? Farò il duro con Trump! Cioè, il Canada che si mette di traverso agli Stati Uniti… come uno starnuto che si oppone a un uragano. Ma Carney sa vendersi bene: cancella la carbon tax che Trudeau aveva piazzato tipo tassa sulla respirazione, promette di costruire case prefabbricate - che già me lo vedo l’operaio canadese a montare il villone col kit dell’Ikea - e intanto riduce l’immigrazione. Che genio: vuoi braccia in più per costruire, ma chiudi i porti in faccia agli operai stranieri. Brillante, come tirarsi una martellata sulle palle e aspettarsi di diventare padre.

La vittoria è storica dicono, dopo che quattro mesi fa erano dati per morti e sepolti. Sì, tipo quei film dove il morto esce dalla tomba, ma si dimentica una gamba. Perché la maggioranza non ce l’hanno, e già devono andare a elemosinare il voto al Bloc Quebecois, che come sempre pensa solo a farsi i cazzi propri in Quebec, e agli altri partiti che stanno lì come iene a fiutare il sangue.

Nel frattempo i Conservatori, guidati da Poilievre, fanno la parte dei rivali duri. Uno che urla forte che tutto è rotto, ‘Woke’ di qua, ‘bisogna cambiare’, ma il volto da simpaticone ce l’ha quanto un esattore delle tasse. Si fidano di lui ma non lo sopportano: la quintessenza del politico canadese, insomma. Serve uno che ti piace o uno che sai che ti frega in modo elegante? Scegliete voi, tanto la fregatura arriva comunque.

E intanto l’economia canadese va verso la recessione, le esportazioni vanno dritte dritte nelle tasche degli americani e, se Trump si sveglia male, mette i dazi pure sulle mutande di flanella. Ma Carney promette di ‘negoziare’ con gli Stati Uniti. Certo. Vai a trattare con chi ti tiene per le palle e vedi se ti ascolta. Le belle favole sulla nuova alleanza economica servono solo a farvi dormire meglio la notte.

E mentre Alberta minaccia crisi d’unità nazionale e il dollaro canadese fa su e giù come un adolescente in preda agli ormoni, ecco che i Liberali si gonfiano il petto: altro che cambiamento, qui è il solito palleggio di responsabilità, il teatrino del io vorrei ma non posso. Alla fine, quello che paga sono sempre i soliti fessi, cioè voi che magari pensate che cambiare il primo ministro cambi anche la vostra vita. Sì, come cambiare l’etichetta su una scatoletta di tonno scaduto.

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Lo sapete che Carney ha fatto il presidente della banca centrale non solo in Canada ma anche in Inghilterra? Un vero professionista della poltrona internazionale, uno che cambia casacca più velocemente di un adolescente che prova i vestiti davanti allo specchio. E ora vorrebbe pure insegnare ai canadesi l’arte della trattativa dura con gli yankee, quando la sua esperienza più rischiosa, finora, era cambiare tasso d’interesse senza far infuriare i mercati. Auguri.

Se proprio volete trovare un motivo per essere ottimisti, guardate il lato pratico: almeno con un governo che non ha la maggioranza nessuno può fare cazzate troppo in fretta. Sarà tutto un tira e molla, immobilismo, promesse che annegano nelle commissioni. Insomma, la solita melma: ma almeno, se vi fregano, lo fanno lentamente. Meglio poco e male, che tanto e subito. Oppure fate come i canadesi intelligenti: ignorate la politica, e vivetevi la vostra vita, che almeno lì siete ancora voi a votare.

29 apr 25, 8:27