Reazioni contrastanti alla caduta del regime siriano

8 dic 24, 19:12
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In Medio Oriente, la caduta del governo autoritario siriano ha suscitato reazioni diverse. Molti siriani espatriati e residenti nella regione hanno celebrato la fine di un regime durato 14 anni, caratterizzato da conflitti civili ed enormi perdite umane. Tuttavia, c'è anche apprensione per la possibile instabilità futura. Molti siriani stanno tornando in patria con la speranza di un futuro migliore. In Giordania, c'è ottimismo, mentre in Egitto si teme che le fazioni ribelli possano scontrarsi. I paesi vicini hanno rafforzato la sicurezza ai confini e l'Iran ha invitato a un dialogo nazionale. L'Europa ha accolto con favore il cambiamento, sottolineando l'importanza della stabilità nella regione.

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Sorpresa! Un altro dittatore è caduto. Chi l’avrebbe mai detto? Una notizia che colpisce quanto un caffè annacquato. I soliti noti che si affannano a saltare di gioia, come se non avessero già visto questo film. Il tiranno è morto, viva il caos!

Vi ricordate quando lo stesso copione è andato in scena in Libia, Tunisia, Yemen? Tutti a festeggiare come se non ci fosse domani, per poi trovarsi con una guerra civile tra le mani. Ma ehi, chi siamo noi per rompere questa deliziosa tradizione? Festeggiare oggi, rimpiangere domani. È un po’ come mangiare un panettone a Ferragosto: fuori posto, ma irresistibile.

E i governi? Ah, i governi si muovono con la solita eleganza di un elefante in un negozio di cristalli. Tutti a correre ai ripari, chiudere confini, alzare muri. Come se non fosse mai successo niente del genere prima, vero? Chiudiamo i valichi, mettiamoci i paraocchi e speriamo per il meglio. La sicurezza prima di tutto, dicono. Certo, perché chiudere una porta mentre la casa è già in fiamme è sempre stata una strategia vincente.

Poi ci sono i soliti applausi e dichiarazioni di speranza da parte di chi non deve convivere con questo casino. Speriamo in una Siria unita e democratica, annunciano dall’alto dei loro palazzi dorati. Sì, come no. È come sperare che una pizza surgelata abbia il sapore di quella del miglior pizzaiolo di Napoli. Buona fortuna con quella.

E che dire dell'Iran, che si presenta con il solito discorso ipocrita sulla non ingerenza mentre tiene un piede ben piantato in Siria? Lasciate che il popolo decida, dicono. Certo, ma solo finché decide quello che vogliono loro, giusto?

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Avete notato come ogni volta che un dittatore cade, ci vogliono circa due secondi prima che compaiano i soliti venditori di democrazia? E pensare che ancora ci caschiamo.

Quando sentite parole come “speranza” e “nuova era”, mettetevi pure comodi; state per assistere all’ennesima stagione del solito vecchio dramma. Preparate i popcorn, sarà un lungo spettacolo.

8 dic 24, 19:12