
Durante un comizio in Michigan, il presidente Donald Trump ha criticato ancora una volta la Federal Reserve, affermando che ho una persona alla Fed che non sta facendo davvero un buon lavoro, in un chiaro riferimento al presidente Jerome Powell, senza però citarlo esplicitamente. Trump ha sottolineato di volersi mostrare rispettoso, ma ha aggiunto di sapere molto più di lui sui tassi d’interesse. Il presidente ha ribadito di non voler licenziare Powell, rassicurando così i mercati, ma la Casa Bianca avrebbe valutato la possibilità di rimuovere il capo della Fed. Le critiche di Trump sono aumentate dopo che Powell ha avvertito che i dazi potrebbero causare inflazione e crescita più lenta, spingendo la Fed a mantenere fermi i tassi.

Trump che spara sulla Fed è come vedere uno che lancia sassi contro una banca dicendo che lui di soldi ne capisce di più, perché una volta ha vinto alla tombola. E voi ve lo bevete pure, con la bocca aperta come i piccioni che aspettano la briciola dal nonno in piazza.
Da una parte abbiamo Powell, il signor ‘stoicismo da commercialista’, che recita il mantra della pazienza come se dovesse convincere qualcuno che l’inflazione è solo un’invenzione dei giornali. Dall’altra Trump, che con l’aria di chi deve sempre avere l’ultima parola anche quando dovrebbe solo stare zitto, si finge rispettoso: Non si dovrebbe criticare la Fed, ma io so tutto. Certo, come no. Magari domani lo troviamo anche a dare lezioni di cucina agli chef perché una volta ha scaldato i bastoncini di pesce senza farli bruciare.
Dicono che non si può licenziare il presidente della Fed. Ma volete mettere la soddisfazione? Come quando trovi la multa sul parabrezza e pensi ‘adesso la strappo davanti al vigile’, così, per sport.
Poi c’è la trovata geniale: le pre-emptive rate cuts. Il famoso taglio dei tassi preventivo, come il prezzemolo che si mette ovunque. Che poi, a sentir Trump, se non tagli subito i tassi è colpa tua se l’economia rallenta. Oh, signor Powell, allora? Che stai aspettando, la benedizione del nuovo Papa? Taglia, dai, fammi contento il Trump, che lui deve comprare casa a rate per la quarta moglie.
Si parla tanto di indipendenza della Banca Centrale, ‘sta favola che serve a far dormire tranquilli quelli che hanno i soldi veri, mica voi che vi lamentate del mutuo. Ma appena il presidente si sveglia storto, parte la minaccia: Vi licenzio tutti. Altro che istituzioni solide: qui basta uno che sbraita e un paio di consiglieri che si mettono a studiarsi le regole come fosse il regolamento del calcetto per vedere se puoi buttare fuori l’arbitro a metà partita.
Certo che la pazienza è una virtù. Ma se la usi troppo, poi ti ritrovi il conto corrente con la polvere sopra e nessuno che si ricorda come si fa a far crescere i soldi.
E intanto la Fed, come il prete che cerca di dare una lezione di morale al bar, resta lì a ripetere che bisogna aspettare i dati, che la situazione è incerta. Incerta? Ma quando mai in politica uno ha detto: Ragazzi, siamo sicuri!? Sempre la solita fuffa per non prendersi responsabilità. Poi, quando salta tutto per aria, la colpa è del climatologo, del cinese, o del meteorite.
Non perdete tempo a cercare imparzialità o scienza nei teatrini del potere. Qui si fa la lotta per chi urla più forte e chi riesce a sembrare meno scemo agli occhi dei quattro rincoglioniti che ancora sperano nel miracolo. Powell, Trump, la Fed: ognuno recita la sua parte, e voi pagate il biglietto con le rate della vita.
Sapevate che la maggior parte dei cittadini non ha la minima idea di cosa faccia davvero la Federal Reserve, ma è convinta che basti “tagliare i tassi” per risolvere tutto? Un po’ come pensare che basta cambiare marca di detersivo e magicamente la lavatrice smette di far casino. La Fed decide sui tassi come voi scegliete la pizza il sabato sera: alla fine siete sempre scontenti, ma ci tornate comunque.
La prossima volta che sentite uno sproloquiare su tassi d’interesse, inflazione e Federal Reserve, fatevi una risata e cambiate argomento. Tanto, a pagarla sarete sempre voi, mica quelli che giocano a Risiko con l’economia dal loro ufficio milionario. Se proprio vi viene voglia di capire, compratevi un libro serio di economia, ma occhio: potreste scoprire che siete circondati da incompetenti con la cravatta.