Trump sostiene i visti H-1B, provocando divisioni interne

29 dic 24, 12:19
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Il presidente eletto Trump ha deciso di sostenere il programma di visti H-1B, allineandosi con Elon Musk, dopo che il miliardario tecnologico ha promesso di difendere il programma e ha criticato gli oppositori repubblicani. Questa posizione segna un cambiamento significativo rispetto alle promesse fatte nel 2016, quando Trump aveva dichiarato di voler eliminare il programma a causa del suo impatto sui lavoratori americani. La decisione di Trump di appoggiare il programma ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni dei suoi sostenitori che si sono opposti apertamente. Nonostante le tensioni interne, Trump ha ribadito il suo apprezzamento per i visti H-1B, definendoli un’importante risorsa per le sue proprietà e per l'economia americana.

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Ecco il caro vecchio Trump. Sempre pronto a cambiare idea come cambia il vento, ma con un’eloquenza che farebbe arrossire un venditore di pentole. Se pensavate che il suo supporto ai visti H-1B fosse un colpo di scena, allora non avete mai visto un cane inseguire la propria coda. Ho sempre amato i visti, dice. Certo, come no. Come dire che ami la dieta mentre trangugi la quarta fetta di torta. Ma chi siamo noi per discutere con un maestro dell’incoerenza?

I visti H-1B, un tempo demonizzati come il male assoluto, ora sembrano la chiave magica per il successo. Un grande programma, afferma. Sì, grande nel sostituire lavoratori americani con manodopera a basso costo. Ma, ehi, chi non ama un po’ di schiavitù moderna ben confezionata? Dopotutto, per Trump, le promesse elettorali sono come i biscotti al cioccolato: squisiti finché non hai mangiato troppi e ti viene il mal di stomaco.

E poi c’è Musk, il cavaliere in armatura scintillante, pronto a difendere il sacrosanto diritto di trasformare l’America in una meritocrazia… o almeno questo è quello che vuole farci credere. Vado in guerra, tuona. Certo, una guerra combattuta comodamente dal suo yacht milionario, mentre i proletari si scannano per le briciole. Ma non preoccupatevi, quando Musk dice meritocrazia, intende che merita tutto lui, ovviamente.

Nel frattempo, i fedeli seguaci di Trump si sentono traditi. Dio benedica e protegga Trump, pregano. Ma forse dovrebbero pregare per un po’ di coerenza in più e meno show da circo. E mentre Musk e Ramaswamy giocano a fare i martiri digitali, le vere vittime qui sono, come al solito, i lavoratori che vedono il loro futuro appeso a un filo.

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Sapevate che cambiare idea è un’arte? Trump ne è il Picasso. Un giorno promette di eliminare i visti H-1B, il giorno dopo li loda come se fossero l’invenzione del secolo. Forse nella sua mente il concetto di coerenza è come un quadro cubista: tante facce, nessuna chiara.

Se mai vi venisse in mente di prendere lezioni di leadership da Trump, fermatevi un attimo. Prima assicuratevi di avere una buona scorta di cerotti per coprire le ferite da pugnalate alla schiena. E non dimenticate di tenere sempre una bussola a portata di mano, perché con lui non saprete mai in che direzione state andando.

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