Meta abbandona i fact-checker: sfide e implicazioni future

10 feb 25, 10:45
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Mark Zuckerberg ha annunciato la rimozione dei fact-checker dalle piattaforme di Meta, come Facebook e Instagram, in favore di note comunitarie. Questa decisione ha suscitato dibattiti accesi, con critiche che sottolineano il rischio di amplificare la disinformazione. I fact-checker hanno storicamente contribuito a mantenere l'affidabilità delle informazioni, specialmente in ambiti come la politica e la salute pubblica. Tuttavia, mentre il dibattito si concentra su questo cambiamento, emergono sfide più profonde legate all'intelligenza artificiale e alle neurotecnologie. Queste tecnologie avanzate potrebbero ridefinire la comunicazione e la comprensione della verità, sollevando questioni etiche su privacy e controllo mentale. È essenziale stabilire regole per garantire che tali strumenti servano l'umanità.

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Meta abbandona i fact-checker? Ma che sorpresa, chi l'avrebbe mai detto che avremmo lasciato la volpe a guardia del pollaio? In un'epoca dove pure il barista ti dà retta solo se glielo dice Google, adesso tocca fidarsi delle 'note della comunità' su Facebook e Instagram? Parliamoci chiaro: è come mettere un branco di capre a guardare un orto. La gente è là, pronta a sbranare ogni verità che si adatta alla loro visione del mondo, mentre si fa selfie col cellulare in mano.

Non è che i fact-checker abbiano mai salvato il mondo, eh. Ma almeno ci provavano a mettere una pezza alle fesserie che volano da un profilo all'altro. Ora, tolti di mezzo, chi si occupa di smascherare certe bufale? I cugini degli esperti che ti raccontano che il bicarbonato guarisce il cancro? Certo, perché ogni discussione da bar online ha bisogno del suo dottore improvvisato. E intanto, Zuckerberg se la ride, probabilmente seduto su una pila di soldi ricavata dai nostri dati”.

Nel frattempo, l'intelligenza artificiale gioca a fare il giocoliere con le parole. Sì, perché noi umani non eravamo già abbastanza confusi su chi ci incasina la testa. Ora ci pensano anche le macchine a produrre testi così umani da farci sembrare idioti. È come se uno andasse in libreria e scoprisse che l'ultimo bestseller l'ha scritto un tostapane. Bello, no?

Vogliamo parlare delle implicazioni future? Mentre noi ci scanniamo su chi ha ragione e chi ha torto, l'AI e la neurotecnologia stanno per farci il lavaggio del cervello alla grande. Stiamo parlando di roba che potrebbe leggere i nostri pensieri, altro che Matrix. Sai com'è, il tuo sogno di una vita privata? Salutalo, perché quando saranno finiti col nostro cervello, quello che resta sarà una telenovela aperta a chiunque abbia un po' di tecnologia appresso.

💡

Sapevate che c'è una startup che sta cercando di registrare i vostri sogni per comprendere il cervello? Già, perché qualcuno si è svegliato un giorno e ha pensato che non fosse abbastanza invasivo ficcare il naso nei social network. Adesso vogliono anche sapere cosa sognate, nel caso in cui stiate progettando di diventare il prossimo Leonardo Da Vinci nel sonno. Sono tempi duri per chi vuole mantenere un po' di privacy mentale, non c'è dubbio.

Se volete evitare di diventare una marionetta dei social e dell'intelligenza artificiale, cominciate a pensare con la vostra testa. E magari, ogni tanto, lasciate il telefono sul tavolo e leggete un libro. Vero, di carta, non un PDF creato da un algoritmo di intelligenza artificiale. Magari scoprirete che c'è vita oltre lo schermo. E se proprio non resistete, ricordatevi che non tutto ciò che leggete online è vangelo, anzi, spesso è solo un grande mucchio di stronzate ben confezionate.

10 feb 25, 10:45