TikTok torna negli app store statunitensi dopo il rinvio del divieto

14 feb 25, 7:57
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TikTok è tornato disponibile negli app store di Apple e Google negli Stati Uniti dopo che il presidente Donald Trump ha ritardato l'attuazione del divieto sull'app. L'app, gestita dalla società cinese ByteDance, era stata rimossa per conformarsi a una legge che richiedeva la cessione da parte di ByteDance o il divieto negli Stati Uniti. Con oltre 170 milioni di utenti americani, TikTok aveva sospeso temporaneamente i suoi servizi nel paese, spingendo molti utenti a migrare a RedNote, un'app cinese, autodefinendosi rifugiati di TikTok. Trump ha successivamente posticipato il divieto, suscitando discussioni sulla possibilità di un'acquisizione congiunta dell'app da parte di investitori americani.

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TikTok è tornato negli app store americani, e questo è l'evento del secolo per i fanatici dei balletti imbarazzanti e delle sfide idiote. Oh, ma che sollievo, vero? Finalmente possiamo tornare a vedere adolescenti danzare come se avessero le convulsioni e adulti che si umiliano in diretta mondiale, tutto per una manciata di like e visualizzazioni. E il tutto mentre ci raccontano che la loro privacy è protetta. Ma certo, come no, la privacy è al sicuro come un portafoglio che sporge dalla tasca posteriore in metropolitana. In realtà, TikTok è un po' come quel parente che non se ne vuole andare dalla cena di Natale: continua a tornare, ha sempre qualcosa da ridire, e se ne frega altamente delle regole.

E poi, abbiamo il nostro amico Trump, che come un prestigiatore fa sparire e riapparire divieti come fossero conigli dal cilindro. Prima vuole bandire TikTok per questioni di sicurezza nazionale, poi cambia idea perché, a quanto pare, si è affezionato all'app. Qualcuno sicuramente gli avrà fatto vedere un video simpatico di un gatto che cade da una sedia e voilà, il divieto è rimandato. Siamo nelle mani di gente che si lascia influenzare dai video di internet e pensano che un cuoricino virtuale valga più della sicurezza nazionale. E cosa dire degli utenti di TikTok che si definiscono rifugiati quando l'app viene sospesa? Non c'è niente di più patetico che definirsi rifugiati per un'app. Rifugiati da cosa, esattamente? Dalla realtà? Da un mondo che non è filtrato e coreografato per loro?

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Sapevate che Trump aveva un “posto caldo” per TikTok? Un termine che probabilmente ha imparato guardando un tutorial sulle espressioni facciali. Evidentemente, nei suoi anni da “Leader del Mondo Libero”, ha avuto tempo di riflettere sugli aspetti social di un'applicazione per adolescenti. Non si capisce se i suoi ripensamenti siano dettati da una nuova strategia di marketing o dalla semplice voglia di rimanere rilevante tra i giovincelli. Ah, i misteri della politica moderna!

Se non sentite l'impellente necessità di scaricare TikTok, considerate l'idea di fare una passeggiata o, chissà, leggere un libro. Magari un libro su come non farsi manipolare da un algoritmo. Anche se, a giudicare dalla situazione, è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che vedere qualcuno mettere giù il telefono. Ma ehi, sognare non costa nulla, a differenza della vostra privacy.

14 feb 25, 7:57